Hell Boulevard
Not Sorry
(NoCut Entertainment)
goth ‘n ‘roll
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Gli Hell Boulevard, quartetto goth’n’roll di stanza in Svizzera, tornano con Not Sorry, nuovo album in studio anticipato dai singoli Not Sorry e Death To The Future con il featuring di Faderhead.
Fondata nel 2014 dal vocalist italiano Matteo VDiva Fabbiani, la band comprende Von Marengo dei Lost Area alla chitarra e voce, Jan Hangman alla batteria e Raul Sanchez al basso.
Not Sorry è naturale conseguenza del loro passato artistico segnato da singoli di un certo peso come Hangover from Hell e Zero Fucks Given e due full lenght dal forte impatto sonoro: Inferno e In Black We Trust, questo terzo capitolo rappresenta senza dubbio un ulteriore step verso la maturità creativa anche se non del tutto protesa ad un chiaro e nitido obiettivo.
Si conferma però una tenacia considerevole nel ricercare una miscela di solid rock and roll, arrangiamenti orchestrali e ritornelli orecchiabili con strizzatine d’occhio a qualche sottogenere metal, si intravedono infatti stralci di metal-core e chitarre di evidente ispirazione industrial con riff dinamici e taglienti.
Gli Hell Boulevard raccontano storie, attimi sublimi rubati al grigiore quotidiano, giochi perversi nel quale è difficile distinguere l’amore dal sesso, caroselli di purezza dove è difficile distinguere il sesso dall’amore.
Tanti piccoli tasselli di un puzzle che potrebbero vivere in un microcosmo isolato ed autonomo ma trovano invece un senso più profondo incatenandosi agli altri nella creazione di un racconto che è la sintesi del mondo attuale della band, nessun rimpianto, nessun rimorso ma soprattutto nessuna scusa…schietto e sincero fino alle viscere.
Un disco che si muove tra energiche cavalcate dissonanti e arrangiamenti solenni, a tratti talmente ricchi da distogliere l’attenzione sul resto, si perdono dettagli che indubbiamente ci sono e scavano tra le note per uscire allo scoperto, spinge ma non convince fino in fondo, manca forse un briciolo di calore, componente essenziale per far vibrare corpo ed anima all’unisono.
I Should Be Dead By Now apre le danze con una marcetta molto vicina alle produzioni di Marilyn Manson, domina il riffone di chitarra, perfetto come accompagnamento ad un headbanging di massa, la title track fa subito pensare ai 69 Eyes, stessa potenza, stesso mood diabolico ossessivo, stessa produzione ormonica, stessa passione elementare.
Death to the future strapazza con la doppia cassa martellante e metronomica, il featuring di Faderhead (produttore tedesco al quale si devono molte dark electro club hits) regala emozioni insperate, Hate me si affida ad un ritornello azzeccatissimo, il brano vola e gira alla grande.
Ma è nelle ballad che ho trovato i tasselli più preziosi se non fondamentali di quel puzzle di cui parlo qualche riga sopra, Ropes and candies inizia come quei brani anni ’70 nei quali sensuali voci femminili fanno da tramite tra una strofa e l’altra con deliziosi inserti di spoken words per dipanarsi in una collana di note ben strutturate ed un refrain ad hoc, i giochetti tra corde e caramelle fanno il resto “…scaverò nei tuoi sogni per trovare il marcio che nascondi nel profondo, ti darò quello per cui implori, l’amore è il tuo parco giochi e l’inferno, corde e caramelle…”.
Like Romeo and Juliet segue un filo conduttore interessante ma You Had Me at Fuck Off vince con la voce in primo piano e la delicatezza d’insieme, il testo racchiude un messaggio meno semplice di quanto voglia apparire “…mi hai fatto fottere ma io sapevo che era amore, fin dalla prima scintilla, tutti i miei demoni se ne vanno perché il nero nel tuo cuore è una vera opera d’arte, hai ucciso la tristezza, sostituito la follia, tieni per te le tue bugie…”
Davvero un peccato che Not Sorry non sia solo questo, ballate intense e demi pécheur, sarebbe potuto essere un disco indimenticabile…sorry.
Not Sorry
22,69 €Gli ultimi articoli di Elisabetta Laurini
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