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Gomez, eccoli in Italia

Una delle migliori live band d’inghilterra capace di mescolare blues, rock, grandi ballate, pop, ricerca, follie sonore e melodie sghembe per due date imperdibili!

gomez-concerti-italia-2012Sono passati quasi 15 anni dal loro incredibile esordio Bring it on del 1998 che gli valse il Mercury Prize Award (l’oscar della musica inglese). ora, dopo aver scritto brani ormai storici del rock alternativo come We haven’t turned around, (colonna sonora per il film da oscar American Beauty) i Gomez tornano in italia per presentare il nuovo e splendido nuovo album Whatever’s on your mind.

Una delle migliori live band d’inghilterra capace di mescolare blues, rock, grandi ballate, pop, ricerca, follie sonore e melodie sghembe per due date imperdibili! il grande talento della band che ha conquistato il cuore di Dave Matthews!

GOMEZ in concerto

Venerdì 13 Aprile 2012

Bologna – Estragon Via Stalingrado, 83

Apertura porte Ore: 20.00 – Inizio Concerti Ore: 21.00

prezzo del biglietto: 20 euro + diritti di Prevendita

Prevendite attive su www.ticketone.it e su www.bookingshow.it

 

Sabato 14 Aprile 2012

Milano – Magazzini Generali Via Pietrasanta, 14

Apertura porte Ore: 19.00 – Inizio Concerti Ore: 20.30

prezzo del biglietto: 20 euro + diritti di Prevendita

Prevendite attive su www.ticketone.it su www.bookingshow.it e su www.ticket.it

Sul finire degli anni ’90 il sound tipico del british-pop fu squarciato dall’ingresso in scena di cinque personaggi dei dintorni di Brighton. Si trattava dei Gomez, che esplosero su scala europea grazie al capolavoro “Bring It On” uno dei migliori esordi in ambito indie-rock britannico di sempre, un disco particolare e originalissimo, lontano dagli espedienti tipici del brit-pop tanto di moda all’epoca. I Gomez realizzano all’epoca un disco fatto di melodie sghembe, dove le voci di Ben Ottwell e Ian Ball si aggrovigliano tra di loro con due timbri vocali davvero agli antipodi, le chitarre hanno suoni che vanno dallo psichedelico al blues fino al country; è un successo incredibile, se non di vendite, di critica: all’esordio i Gomez si aggiudicano “il Grammy della musica britannica” ovvero il Mercury Prize Award del 1998.

L’anno successivo esce Liquid Skin che scala le classifiche UK fino al n° 2, merito soprattutto del brano “We Haven’t Turned Around” che fu scelto come main title song per il film da Oscar “American Beauty”. Il Successo della band cresce in maniera esponenziale negli Stati Uniti dove dopo il terzo album i Gomez si stabiliscono quasi in pianta stabile per due anni, puntando ad accrescere la loro fama negli States. Qui conoscono Dave Matthews con la cui etichetta, la ATO Records, pubblicano un disco dal vivo e girano di spalla per tutta l’America di spalla alla Dave Matthew’s Band. L’esperimento funziona, infatti la band negli ultimi anni ha fatto più tours in Usa che nella natia Europa.

Dopo l’interlocutorio A New Tide del 2009, i Gomez sono ritornati in forma come fossero agli esordi presentando l’ottimo “Whatever’s On Your Mind”, il settimo album in studio per la band che ormai vive sparsa per il mondo; Ian Ball (Voce e chitarra) abita a Los Angeles, Olly Peacock (batteria) a Brooklyn mentre Paul Blackburn (basso), Tom Gray (tastiere e chitarra) e Ben Ottewell (voce e chitarra) sono rimasti a Brighton. Come è nato questo Whatever’s On Your Mind? Tramite il file sharing tra i membri della band che si mandavano i files registrati l’un l’altro per poi ritrovarsi tutti nuovamnte negli States per registrare in soli venti giorni uno dei migliori dischi rock del 2011. Registrato a Charlottesville in Virginia con Luke Steele degli Empire Of The Sun e Stuart Bogie (già con Tv On The Radio e Sam Farrar dei Phantom Planet, Whatever’s On Your Mind è il disco più breve dei Gomez (soli 35 minuti) ma il più completo.

“Ci sono i pezzi tradizionali in tipico “Gomez style”, l’opening “Options”, “I will take you there”, “Just as lost as you” e “Equalize” che richiamano ai suoni di “Bring it on” e “Liquid Skin”, ci sono le ballatone che hanno fatto e continuano a fare la fortuna dei cinque inglesi (imbattibili in questo senso) dai tempi di “We haven’t turned around”, vedi l’azzeccatissima titletrack e la perfetta (niente di meno) “Our goodbye”, un pezzo che, in quanto a delicatezza, se la gioca con le perle più preziose di Norah Jones.” – cit. Rockol

Un grande ritorno su disco ed un grande ritorno live per quella che è da considerare a tutti gli effetti una delle migliori band inglesi degli ultimi venti anni di musica pop britannica!

 

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