God is an Astronaut
Roma, Circolo degli Artisti, 7 marzo 2012
live report
_______________
Era notevole la curiosità di assistere ad una performance dal vivo dei God is an Astronaut, uno dei gruppi post-rock più interessanti in circolazione. E quale migliore occasione farlo in concomitanza con il loro tour celebrativo dei dieci anni di attività.
Il Circolo degli Artisti ha registrato il sold out, e chi è arrivato all’ultimo minuto è rimasto inesorabilmente fuori, a bocca asciutta e senza biglietto (oltre tutto deluso dalle false speranze date da una improbabile quanto inutile ”lista d’attesa” organizzata in biglietteria).
La serata, orfana dei polacchi Tides From Nebula che avrebbero dovuto aprire il concerto, ma che hanno cancellato tutte le date del tour europeo, ha avuto inizio con puntualità alle 22.30 ed è apparso subito chiaro quale sarebbe stata la deriva sonora del live.
I quattro hanno dato sfogo a tutta l’energia possibile, forti di una inaspettata influenza ai limiti del metal, lasciando assolutamente ai margini tutte le sfumature elettroniche. Situazione evidenziata anche dalla loro presenza scenica, decisamente più adatta ad una serata con le borchie.
Il classico sistema quiete/tempesta è stato letteralmente dilaniato dalle bordate compresse dei chitarroni distorti. E quando c’è stato da alzare il volume il gruppo non si è certo risparmiato lasciando veramente pochi attimi per le sensazioni più dilatate.
La band ha pescato a piene mani nella produzione più recente, proponendo comunque anche brani di inizio carriera come la bellissima From Dust to the Beyond o la versione metal di Route 666.
Grandissimo lavoro alla batteria di Lloyd Hanney che ha avuto il suo massimo nella doppia cassa del finale di Age Of The Fifth Sun, dove ha picchiato come un folle. Vera chicca dell’intera serata la stupenda Echoes, marchio di fabbrica della band con il suo incedere sinuoso che poi esplode nella più classica soluzione noise post rock.
La bella serata è volata via, portandosi con se la strana e piacevole sensazione di aver ascoltato qualcosa di inaspettato e decisamente diverso da quanto gustato sui loro lavori in studio.
[amazon_link asins=’B006OG4KSW,B005UXV78G,B005UXV5UG,B006WAF1KQ,B00XAB4ZGQ,B00DYFCS1M,B003GE69OI,B005UXV68M,B001MY6GSI’ template=’ProductCarousel’ store=’rock02-21′ marketplace=’IT’ link_id=’ 31e5c18c-0af7-11e7-9430-b3a15fca58f0′]
Gli ultimi articoli di Vincenzo Riggio
- Before and After Science: Relics & Cycles - September 15th, 2017
- Mountain: Evolve - September 8th, 2016
- Explosions in the Sky: The Wilderness - April 5th, 2016
- Circe: recensione disco omonimo (con membri dei Sigur Ros) - September 21st, 2015
- Iron Maiden: The Book of Souls - September 20th, 2015