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Giulio Casale: la recensione di Bootleg #3

Giulio Casale ha voluto dare uno sguardo ai suoi archivi ed è riuscito a tirare fuori il primo live della sua ottima carriera, ovvero Bootleg #3.

Giulio Casale

Bootleg # 3

(Vrec)

rock

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Giulio Casale recensione Bootleg # 3Durante la sosta forzata dovuta al Covid-19, Giulio Casale ha voluto dare uno sguardo ai suoi archivi ed, in pieno stile Neil Young, è riuscito a tirare fuori il primo live della sua ottima carriera, dal titolo molto anni settanta, ovvero Bootleg #3.

Si tratta di canzoni prese e suonate in esibizioni diverse e che non hanno nulla di quelle che erano le registrazioni illegali ed, a volte, inascoltabili che si aveva modo di sentire tanti anni fa, dal momento che l’audio è ottimo e la qualità sonora risulta essere di prima qualità.

Il materiale in esame ha sei brani che sono stati presi da Inexorable, una canzone che proviene da Dalla Parte Del Torto, un’altra da Un Giorno Storico.

Inoltre non mancano le cover che, nel caso di specie, risultano essere tre. La sognante Cosa Sono Le Nuvole (di Pasolini/Modugno), Incubo Numero Zero (Claudio Lolli) e The Golden Way (David Sylvian), con quest’ultima che ricorda, a sua volta, Tomorrow Never Knows dei Beatles.

Il live, sebbene eterogeneo nel suo complesso, ci presenta un Casale ispirato, che canta in modo divino, accompagnato da musicisti validi e di spessore.

Il sax ricopre un ruolo predominante in alcuni brani e dà agli stessi un elemento quasi futurista che riporta indietro con la mente a certe cose fatte da David Bowie negli anni ottanta.

Per quanto concerne l’aspetto rock che si ricollega a quello che l’artista metteva in atto con gli Estra, lo ritroviamo nella spettacolare Sono Corpo che non avrebbe, di certo, sfigurato nella discografia della sottovalutatissima band trevigiana.

Si denota in tutte queste canzoni anche un rapporto intenso che l’artista ha con il suo pubblico che ascolta in religioso silenzio quanto proposto da Casale e la propria band, come se ci si trovasse dinnanzi a qualcosa di sacro e maestoso che non va disturbato con alcun rumore durante l’esibizione.

In sostanza, oltre ad alcuni spoken words che si trovano all’interno di questo album, c’è la consapevolezza che la musica proposta è di assoluta qualità. In pratica questa è musica d’autore e Casale rimane uno dei musicisti più puri e di classe che il nostro paese possiede. Di certo qui la parola banalità è totalmente bandita.

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Francesco Brunale
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