Giuliano Dottori
L’arte della guerra vol. 2
(Musica Distesa)
Canzone d’autore
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Progetto ambizioso quello dell’artista di origini canadesi Giuliano Dottori, che per il suo terzo e quarto album, usciti rispettivamente nel 2014 e nel 2015, ha scelto di lavorare su un concept. Nasce così L’arte della guerra vol. 1 e 2, un unico disco diviso in due volumi molto diversi tra loro, ma perfettamente complementari. In questa seconda parte, pubblicata anch’essa per l’etichetta da lui fondata Musica Distesa, perde quell’interiorità che pervadeva le liriche della prima release per affrontare gli stessi temi ma con lo sguardo rivolto verso l’esterno. Non sono più solo le problematiche o la quotidianità dell’autore a essere messe in piazza, ma anche le vicende del mondo intero, unito da un sottile e talvolta impercettibile filo conduttore.
L’arte della guerra vol. 2 contiene 8 brani nei quali è facile sentirsi a casa, perché in almeno uno di essi vi capiterà di riconoscervi. Fiorire usa come metafora la natura per narrare la necessità di rialzarsi dopo le sconfitte che la vita ci riserva; Siamo tutti degli eroi è un paragone metaforico tra le grandi imprese dei nostri nonni e dei nostri padri, molto spesso costretti a lasciare il loro paese in cerca di lavoro, e quelle apparentemente meno epocali che ci tocca vivere quotidianamente; andare via parla della voglia di scappare, di cercare qualcosa di diverso, quando spesso non serve spostarsi fisicamente per cambiare. E proprio questo pezzo mi ha fatto accendere la lampadina, perché se finora non avevo ancora collegato, è qui che la qualità della scrittura mi ha ricordato gli Amor Fou, dei quali è membro.
Se i testi di Giuliano Dottori diventano più descrittivi rispetto al primo volume, anche dal punto di vista musicale ci sono molte novità. Questo disco è “un ponte tra Cuba e la Grecia, passando per l’Africa centrale”. Sono sfumature queste introdotte dalla chitarra acustica, strumento con il quale sono stati composti i brani, e dai vari ascolti che hanno influenzato la fase compositiva.
Interessante particolare che ricorre in questo e nel precedente album e che trovo importante citare è che sono stati entrambi finanziati da una campagna di crowdfunding, modello che Giuliano ha adottato attratto dall’aspetto di “responsabilità reciproca” che si instaura tra l’artista e il pubblico. Modello molto diffuso all’estero che sta piano piano prendendo piede anche da noi e che mi sembra un buon esempio di come si possa investire nella cultura, accrescendone al contempo la qualità.
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