Giorgio Canali e Rossofuoco
Nostra Signora della Dinamite
(Cd, LaTempesta/Venus)
indie rock
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Era un po’ difficile ripetere quel capolavoro di Tutti contro Tutti, bellissimo album di due anni fa con i Rossofuoco, pubblicando l’atteso Nostra Signora della Dinamite, uscito in contemporanea con l’ultimo lavoro dei compagni di sempre, Per Grazia Ricevuta. Canali continua a scoprire nuovi talenti e produrli (Verdena, Vasco Brondi) a comporre dischi, fare concerti, ad esprimersi attraverso la musica, un personaggio benedetto nel nostro panorama musicale.
Dieci ballate di rock alternativo in cui Giorgio, dopo la sfuriata precedente, accumula l’amarezza e scava in profondità dentro se stesso, trovandosi smarrito in Quello della Foto, una drammatica ammissione di assomigliare a uno dei tanti personaggi comparsi distrattamente in una fotografia in secondo piano mentre si passa lì per caso nelle vite degli altri.
Canali canta in Lezioni di poesia la voglia di non essere disturbati quando si hanno ben altri problemi per la testa che non ad ascoltare le menate di chi attorno ci fa la predica o elargisce consigli non richiesti, invitandoci a sbattersene un po’ di tutto. Segue la bellissima Tutti gli Uomini (della tua vita) dedicata alle donne che hanno sostituito un partner dietro l’altro, alcuni rimpianti altri piantati senza più voglia di costruire qualcosa, altri ancora semplici rimpiazzi in cui ricascarci.
In Nuvole senza Messico e Rifugi di Emergenza rintracciamo una vena più ottimistica che si contrappone al primo brano del disco e sonorità più graffianti e leggere. La title track Nostra Signora della Dinamite è una preghiera ardente “per volare via dalla nostra agonia”. Una prima parte dell’album piuttosto distaccata dalle laceranti invasioni elettriche a cui siamo abituati.
Poi il disco si fa più arroventato attraverso una carica ironica ed elettrica partendo da MP nella BG evocando Marco Pantani, le Ferrari, San Siro, Luna Rossa, toccasana dell’italiano medio di fronte ai problemi di questa nazione, un calcio al pallone e passa tutto, paisà. Insomma, lui dice che il mondo ha fatto finta di cambiare, e ne ha le palle piene.
Schegge Vaganti e Respira Ancora sono forse i due brani meno affascinanti dell’album, mentre M.me et Mr. Curie è un degno finale che ricorda Il mio Ruolo degli Afterhours, con un elettrizzante assolo conclusivo di chitarra estatica. Un disco lento, autoreferenziale, poetico, doloroso e tormentoso, meno corrosivo ma diretto, che regala buone sensazioni.
Sito web : www.giorgiocanali.it
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