Giobia
Hard Stories
(Cd, Jestrai)
garage, rock, beat, psichedelia
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Giobia, dal brianzolo “strega”, oppure “giovedì”, a seconda dei casi. Fatto sta che i “nostri”, a prescindere dall’origine del nome che si sono scelti, sono stati folgorati sulla via di Damasco dai suoni e dalle atmosfere degli anni ’60. E ci danno dentro di brutto per farcene rivivere i fasti.
Il nuovo Hard Stories prosegue la strada aperta dal precedente Beyond the Stars; oriente, occidente, pop, rock e psichedelia: gli ingredienti ci sono tutti, mescolati con sapienza, ben suonati e pronti a divertirci.
Un trionfo di vintage, dunque, ma anche e soprattutto una smisurata passione per un periodo ancora attuale (o mai troppo, dipende dai punti di vista) al di là della semplice “operazione nostalgia”.
I Giobia fanno scendere in campo un gran quantità di strumenti musicali, dal classico impianto rock al bouzouki, all’organo farfisa e a una quantità enorme di chincaglieria folk tipica di quegli anni, arrivata dritta dritta da qualche scantinato londinese.
A differenza del loro esordio, dove guardavano prevalentemente ai ’60 inglesi, stavolta i Giobia rivolgono occhi e orecchie anche al di là dell’oceano, arrivando anche a proporre, a fianco di otto brani originali, la cover di Are You Lovin’ Me More degli Electric Prunes, scelta assolutamente coerente col loro percorso musicale ma non esaustiva per essere – in questa sede – da esempio della varietà di suoni e atmosfere che, sempre all’interno del periodo storico di riferimento che si sono scelti, i Giobia ci regalano nella mezzoretta del loro Hard Stories.
Bravi, davvero bravi.
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