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Giardini di Mirò: Il Fuoco

La favilla dell'incontro, la vampa del piacere, la cenere dell'addio. Tutto questo è Il Fuoco della passione dei Giardini di Mirò

Giardini di Mirò

Il Fuoco

(Cd, Unhip)

post-rock, electro

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Giardini di Mirò - Il FuocoL’amore, a volte, nasce dal nulla.

Basta una scintilla, con il cuore che batte forte nell’attesa del primo incontro. Poi la vampa, che trascina anima e corpo nel desiderio più eccitante. Ma lentamente la passione si consuma, trasformando in cenere l’amore lasciato e per sprofondare, nuovamente, nell’abisso.

L’amore, a volte, finisce nel nulla.

Il Fuoco è la sonorizzazione dell’omonimo film muto datato 1915 di Giovanni Pastore Pastrone in collaborazione con Gabriele D’annunzio. Narra della vita di un giovane artista, che trasportato dalla passione per una donna, trova la massima ispirazione per i suoi scritti. Ma quando l’amore si estingue e spegne Il Fuoco del desiderio, porta con se nell’oblio la vita stessa dello scrittore.

Dopo una serie di concerti audio visivi in giro per l’Italia tra auditorium e cinema, finalmente il progetto è diventato un disco. Ed i Giardini di Mirò lo fanno nel modo migliore. Dopo l’incerto Dividing Opinions, sono tornati sui propri passi, riproponendo le sonorità che li ha visti nascere con quel piccolo capolavoro di The Rise And Fall Of Academic Drifting.

L’inizio è affidato ad un bellissimo deja-vu, fatto di atmosfere cupe e tempestose. Un post-qualche-cosa che vibra nell’aria alla ricerca, famelica, di una vittima sacrificale. E poi la comparsa dei violini, marcatamente dilatati, che si contrappongono alle chitarre compresse e distorte nel più classico saliscendi il stile Mogwai.

Finalmente non più voci, ma eco filtrati e l’uso (in)consapevole dell’elettronica. Il programming si fa intenso e basta lasciarsi andare chiudendo gli occhi, che il fruscio di glitch solo sfiorati lascia spazio al frastuono devastante dei sintetizzatori manipolati.

Il viaggio verso una nuova fase è finalmente cominciato.

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Vincenzo Riggio
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