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Giancarlo Erra: recensione di Departure Tapes

Departure Tapes si sviluppa all'interno di un impressionismo elettronico dai contorni sfuggenti, riflettendo la personalità introspettiva di Giancarlo Erra e immergendosi lentamente in un’atmosfera onirica, malinconica e spirituale.

Giancarlo Erra

Departure Tapes

(KScope)

ambient, elettronica

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giancarloerra-DEPARTURE-tAPES-recensioneA distanza di due anni dalla pubblicazione del suo primo album solista, il polistrumentista e visual artist italiano Giancarlo Erra, di stanza a Norwich, e già fondatore dei Nosound, torna con un nuovo lavoro “one-man-band” in studio intitolato Departure Tapes, edito per KScope e anticipato dall’uscita dei singoli A Blues For My Father e Departure Tape.

Le sei tracce contemplative e oscure di Departure Tapes, facendo da raccordo ieratico tra le natìe coste tirreniche e le adottive sponde albioniche, si snodano in un suggestivo susseguirsi di paesaggi strumentali e improvvisazioni sperimentali: nuove registrazioni che riflettono quello che è stato un anno estremamente difficile per Giancarlo, a causa della perdita di suo padre per cancro.

Giancarlo Erra, avendo avuto una relazione fratturata e conflittuale con suo padre (posso comprenderne la sensazione) sin dalla prima adolescenza, ha trovato il modo di trasformare quel periodo struggente in un’esperienza catartica, in qualcosa di positivo e consolatorio, riuscendo a convertire quel dolore in guarigione, come una sorta di liberazione da quella privazione del passato, nel bisogno di accompagnare quel momento di distacco, di assoluzione e di veglia ungarettiana con mano dolce, indulgente e ferma.

Come ha spiegato il compositore capitolino Giancarlo Erra: “Per me la musica è sempre stata l’unico modo per farlo, e da questa introspezione è nato Departure Tapes. È quasi come un flusso subconscio libero di pensieri e sentimenti mentre registra tutto ciò che stava accadendo”.

Departure Tapes è, dunque, un nuovo inizio, una nuova alba creativa, sia dal punto di vista professionale che sotto l’aspetto esistenziale; un crescendo sinfonico, operistico ed elegantemente meditativo che si propaga en plein air, con moto perpetuo e umorale, per mezzo di un arcipelago di riverberi armonici, field recordings, fotogrammi sfocati, soffici tappeti sintetici, strumenti a corda e frequenze ambient messianiche.

Un excursus sonoro e concettuale in cui ogni elemento si tinge di poetici e lontani echi spirituali, orizzonti evanescenti, canti ascetici e crepuscoli silenti, accarezzandone la memoria attraverso un flusso mistico di tenui raggi solari e con la composta solitudine di una leggera brezza mattutina.

Allineandosi con le profondità multisensoriali dei vari Aphex Twin, Naresh Ran, Brian Eno e Max Richter, fino a sconfinare, involontariamente e con un pizzico di immaginazione, nei territori sentimentali degli Explosions In The Sky, Departure Tapes si sviluppa all’interno di un bouquet elettronico dai contorni sfuggenti e dalle emozioni riservate e taciturne, mettendo in evidenza il minimalismo e la personalità introspettiva di Giancarlo Erra in ogni sua esternazione emotiva e confessionale.

Immergendosi lentamente in un legame simbiotico e liquido tra atmosfere oniriche, malinconiche, processionali e liturgiche, e suoni scarni, delicati e dilatati, Departure Tapes va a smuovere e risvegliare la sensibilità dell’ascoltatore, conferendo un impercettibile senso di infinito e uno sguardo intimo su quella maestosa bellezza sopravvissuta alle intemperie del tempo.

D’altronde, questo è il compito che la musica porta con sé in dote, come quintessenza ancestrale, nel suo ruolo taumaturgico e quale inseparabile compagna di viaggio: ovvero, assecondare, sostenere e mitigare certe condizioni dell’anima, in ogni frangente del nostro cammino, di un percorso imperniato di arrivi e partenze.

https://www.facebook.com/giancarloerra

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