Gavin Harrison & 05Ric Band
Roma, Crossroad 23 novembre 2013
live report
_______________
Gavin Harrison, il batterista dei Porcupine Tree nonché prossimo batterista dei King Crimson torna a Roma al Crossroad live club a distanza di otto mesi alla sua calata alla Stazione Birra di Ciampino.
È accompagnato da 05Ric, eccellente chitarrista, polistrumentista e cantante con cui dal 2007 ha avviato una collaborazione artistica pregevole, rilasciando tre ottimi dischi (Drop, 2007, Circles 2009, The man who sold himself del 2012). La loro band si completa con Tiago Coimbra al basso e Justin Dwyer alla seconda chitarra, ormai ben affiatati dopo due anni di concerti insieme. Il pubblico accorre numeroso, più di 300 persone, ad assistere a questo evento, forte dell’eco positivo del concerto di marzo.
Entrando si nota immediatamente la grandissima ed enorme batteria di Gavin Harrison che occupa quasi mezzo palco! Appena entrato in scena, saluta prima di iniziare e dichiara di essere molto legato all’Italia (di fatto la sua carriera prende il volo dopo le collaborazioni con Alice e Claudio Baglioni) chiedendo al pubblico se amasse i Porcupine Tree, anche se ci si aspettava qualche novità sui futuri King Crimson che però non è arrivata, forse per mantenere ancora il mistero su quello che sarà il loro nuovo lavoro.
L’inizio è devastante: il pattern creato da Harrison per Unsettled mette in risalto anche la qualità dell’audio del live club, che risponde in maniera egregia, e si prosegue con brani dal primo lavoro, Drop. La voce di 05Ric è calda, molto soul, abbastanza particolare per il genere che propone la band, un vortice di ritmo e tappeti di chitarra che si intrecciano tra loro. Ad aumentare il ritmo ci sono sfuriate funky del bassista, che entrano ed escono a suo piacimento. For lack è un trionfo di tempi dispari, così come Beyond the A, mentre in Temple, una delle poche ballate del repertorio, 05Ric offre una magistrale interpretazione vocale, accompagnato da un sottofondo con l’effetto soundscapes della chitarra di Dwyer.
La band non dà tregua, continuando ad incastrare groove possenti e ritmi articolatissimi che lasciano di stucco gli spettatori, ed in Source Harrison si cimenta in un solo di 5 minuti, facendo rumore con tutto quello che gli capita, anche con il ferro dei rullanti. Sembra possedere quattro mani invece di due!
Il concerto finisce a mezzanotte passata, quasi due ore di puro ritmo, divertimento e tanta buona musica di qualità (pagata un prezzo irrisorio). Ne vorremmo tante altre di serate così, sia a Roma che in tutta la nostra penisola.
https://youtu.be/igDSyZMy8_E
Gli ultimi articoli di Emiliano D_Alonzo
- David Gilmour: Rattle That Lock - September 29th, 2015
- Fake Heroes: Clouds - July 31st, 2015
- Faith No More: Sol Invictus - June 30th, 2015
- The Soft Moon: Deeper - April 23rd, 2015
- Eneide di Krypton: un nuovo canto. Recensione spettacolo Roma, 21 aprile 2015 - April 22nd, 2015