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Francesco Paniccia: No More Words

No More Words di Francesco Paniccia riesce nel miracolo di coniugare musica colta con una piacevolezza d'ascolto squisitamente pop. Disco per gli amanti del piano-solo e per chi intende la musica come carburante per sognare

Francesco Paniccia

No More Words

(Radio Sanathana Vani)

neo-classica, contemporanea, piano-solo

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francesco paniccia no more wordsDella fuga di cervelli dall’Italia verso Paesi più generosi di opportunità di lavoro si parla sempre più spesso. Ma c’è anche la fuga dei musicisti!

Francesco Paniccia, infatti, è dovuto ricorrere addirittura a un’etichetta indiana per vedere pubblicato il suo lavoro (!), pur rimanendo di stanza a Roma.

Classe 1977, Francesco Paniccia ha un curriculum più lungo del necessario per avere una credibilità in ambito classico. Ma evidentemente a lui non basta. No More Words, infatti, riesce a soddisfare sia gli amanti del piano-solo alla Wim Mertens e Ludovico Einaudi e sia chi invece è (solo) avvezzo a sonorità più semplici.

Nei 18 brani che compongono l’ora di musica di quest’album, infatti, l’artista riesce nel miracolo di coniugare musica colta con una piacevolezza d’ascolto squisitamente pop, a vantaggio di una molteplicità di possibilità di fruizione dell’album.

Ben registrato (chi si occupa di alta fedeltà del suono sa quanto è ostico il pianoforte da riprodurre), No More Words offre grandi soddisfazioni a un ascolto attento (Thinking of You, The Park, …), riesce a dipingere un ambiente anche a un ascolto distratto (Unknow Land)  e – tra l’altro – ha un potere cinematico che invita a chiudere gli occhi e a lasciar scorrere nella mente il proprio film personale (Terrace, Love Without Border, …).

In Divine Discourse, Still Life e in Twins si permette il piacevole lusso di giocare con campionamenti di voci hindi, tablas, registrazioni ambientali e beats digitali, con risultati che ci piacerebbe continuasse ad esplorare.

In attesa dell’edizione italiana dell’album (che in qualche modo dovrebbe essere disponibile dal 2018), il caldo invito è di cercare di ascoltare questo talento in fuga raggiungendolo nelle sue presentazioni nei club letterari. Ne vale davvero la pena.

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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