AdBlock Detected

Stai usando un'estensione per bloccare la pubblicità.

RockShock.it dal 2002 pubblica contenuti gratuitamente e ha la pubblicità come unica fonte di sostentamento. Disabilità il tuo ad block per continuare.

Frenchy And The Punk: recensione di Zen Ghost

Con l’ultimo album dei Frenchy And The Punk si viaggia attraverso suoni dark nati nei lati più oscuri della mente, entrando in contatto con il mondo della notte e degli spiriti, cercando la salvezza nell’amore.

Frenchy And The Punk

Zen Ghost

(EA Recording)

dark cabaret, folk cabaret, steampunk, post-punk, alternative rock

_______________

Frenchy And The PunkFrenchy And The Punk è un duo americano formato dalla cantante e percussionista Samantha Stephenson e dal chitarrista Scott Helland.

Helland non è un novellino ma, figlio di genitori insegnanti di musica jazz, ha suonato in vari gruppi hardcore ed è stato cofondatore della band Deep Wound con J Mascis e Lou Barlow, che successivamente avrebbero formato i Dinosaur Jr, mentre la Stephenson è nata in Francia e ha studiato piano e danza.

Gli ascolti dei componenti della band vanno da Siouxsie And The Banshees ai Concrete Blondie, Florence And The Machine, B52’s, Blondie e Dresden Dolls e si riflettono nella loro musica che risulta un misto di postpunk e dark cabaret dal sapore steam punk. Il risultato – apprezzabile in questo Zen Ghost – sono brani tirati e ballate acustiche, ritmi mediorientali ma anche brani strumentali di sole percussioni.

Prendendo in mano il nuovo disco si nota già un cambiamento solo guardandolo. Le copertine degli altri album avevano colori più accesi, i musicisti vestivano i panni di circensi e cabarettisti. Infatti nei testi si parlava del mondo del cabaret, di spettacoli di magia ed acrobazie da circo, degli artisti di strada, degli zingari gitani. Si capisce subito che questo disco è più riflessivo ed intimo.

Dalla copertina di Zen Ghost si intuisce che si tratta di un lavoro a tinte più dark rispetto agli album precedenti.

Il singolo Come In And Play aveva anticipato questa tendenza. Le canzoni sono state scritte durante il periodo della pandemia e riflettono il periodo oscuro di crisi del momento. Sembrano essere una reazione alla tragedia, una ricerca di salvezza anche rivolgendosi al mondo degli spiriti e della magia. Anche il titolo ci suggerisce una voglia di introspezione meditativa con uno sguardo ai misteri del dopo la morte.

 

Samantha Stephenson a proposito dell’album dice: “Abbiamo iniziato a scrivere Zen Ghost a fine 2020 e alcune tracce risalgono alla primavera del 2022. Mette in risalto i toni più scuri di quello che facciamo ed è influenzato dall’ambiente nel quale viviamo tutti in questo momento. Il tema principale dell’album sono i fantasmi mentali, gli spiriti del nostro passato che si trovano nelle nostre menti e che influenzano il nostro presente. Il tema dello spezzare le catene delle scelte di vita che non sono in linea col il nostro vero essere è stato sempre presente nei nostri testi nel corso degli anni. Questo disco approfondisce il resto delle voci e delle esperienze che ci tormentano. Questo è l’album che abbiamo sempre voluto realizzare. L’elemento dark è stato sempre presente in quello che facciamo ma quando realizzavamo l’album siamo stati noi stessi e abbiamo reagito a quello che stava succedendo. E’ stato naturale per noi tirare fuori un groove più dark”.

Il disco è composto da 10 brani divisi tra ballate romantiche e pezzi più da dancefloor.

Inizia con Mon Souvenir, un brano danzereccio dal sapore new wave in cui compare già il tema principale che, a detta della Stephenson, è ”trascendere i fantasmi mentali, le esperienze del passato che ci portiamo dentro”.

Temple of Sleep rallenta un po’ il ritmo per spingerci a rifugiarci nei sogni in un Tempio della Natura, tra le foglie degli alberi di una foresta, cullati dal canto della pioggia oppure volare sul mare calmo e fare pace con i propri sentimenti. Questo è il rimedio contro i mali del mondo per non cedere alla paura.

If The World Doesn’t End First è una canzone d’amore nell’apocalisse. “ti ho amato dall’alba dei tempi… Il mondo può finire ma noi non moriremo mai. Io sono tuo e tu sei mia all’infinito, è solo l’inizio”.

La strumentale Gear Geist è un momento di raccoglimento per evocare gli spiriti.

Church Of Sound è una ballata folk dove la chitarra di Scott accompagna la voce di Samantha che canta di come per lei la musica sia un rifugio contro la falsità del mondo. “Vado nella chiesa del suono mi metto le cuffie e annego, annego nel suono”.

La mia preferita, Come In And Play, velocizza nuovamente il ritmo e viaggia su sonorità post-punk che, soprattutto nel ritornello, rimandano ai suoni e alla voce di Siouxsie. Samantha si rivolge ai fantasmi, li evoca per ballare insieme. Cerca nella notte la protezione dal giorno. “Sento che mi chiami per raggiungermi… È la notte perfetta per tuffarsi nel regno, i veli cadono, il vento soffia e la luna si mostra… Chiudi la porta, spegni la luce. È una notte bellissima e la nebbia si sta sollevando la fiamma brucia e le ombre danzano”.

Paradise Found è un’altra dichiarazione d’amore di Samantha per il suo compagno ed anche un viaggio nei ricordi del passato. Il Paradiso ritrovato è nell’amore che fa superare tutte le paure e tutti gli ostacoli e che permette di essere sè stessi e vivere in serenità.

Con il brano Blood, in un momento di rabbia, Samantha vuole bere il sangue dei nemici perché ha bisogno di ferro e vitamine ma poi ritorna sulla sua decisione e dice che non ha bisogno di questo perché l’unica cosa che le serve è l’amore di quelli come lei, anche se sono considerati fuori moda. L’amore vince tutto, come per il peace and love dei figli dei fiori. Qui riemergono le radici hippie.

Oxygen è un po’ in controtendenza ed è un canto triste, una sorta di ninna nanna malata e schizofrenica in cui si sente la sofferenza per amore “Mi hai portato troppo in alto, non penso che sopravvivrò, ho perso tutto l’ossigeno non vedo più, non riesco a respirare…”

Con I’ll See You Again si chiude l’album con malinconia: lui se ne è andato per sempre… Questo brano ha sonorità diverse rispetto a tutto il disco: cantato e sonorità bossanova.

Frenchy And The Punk è una band che mi piacerebbe vedere dal vivo per l’energia che tira fuori e che, penso, li renderebbe più interessanti che su disco. Nonostante però facciano molti concerti, non sono mai venuti in Italia e le loro date si limitano soprattutto a Stati Uniti e Gran Bretagna.

Gli ultimi articoli di Ernesto Galli

Condivi sui social network:
Ernesto Galli
Ernesto Galli
Articoli: 3