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Frank Turner: recensione di Undefeated

Giunto alla soglia dei 40 anni, Frank Turner fa un bilancio della sua vita come uomo e come musicista. Ecco qui Undefeated.

Frank Turner

Undefeated

(Xtra Mile Recordings)

folk, rock, garage punk

3.8

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Sulla scia dell’approccio compositivo adottato nell’album precedente, improntato sulla necessità di allontanarsi dalle major per tornare a essere libero di lavorare in modo indipendente, Frank Turner dà alle stampe il suo decimo album, Undefeated, una sorta di proclama rivolto a sé e agli altri, nel quale l’artista riafferma il suo avercela fatta, il suo essere ancora sulla cresta della scena musicale, nonostante tutto quello che può essere successo. E gli altri…. Beh, a questo punto devono farsene una ragione.

Questa sensazione di essere sopravvissuti all’avanzare degli eventi, ma di averlo fatto a testa alta, permea molte delle tracce di Undefeated. Un album nel quale Frank, ormai alla soglia dei quarant’anni, tira le somme della sua vita privata e professionale. E che ce lo fa sentire ancora più vicino, nel modo aperto e onesto di trattare le tematiche della vita. Nei suoi pezzi parla di nostalgia per il passato (Letters, East Finchley), di amore e di amicizia; dialoga con il sé ragazzino “a cui non piacevano i Verve” e decreta un cessate il fuoco tra le aspettative di quel quindicenne e quello che è diventato in realtà, tra promesse mantenute e cose impensate che invece ha realizzato (Ceasefire). Parla dei disturbi da stress post traumatico ai quali sono stati soggetti molti di noi durante e successivamente alla pandemia (Pandemic PTSD). E si lancia in uno scanzonato combat folk per protestare contro la conformità a cui ci sta abituando la musica moderna (No Thank You For The Music) e i leader che ci affibbia la società, a sostegno dell’unicità di noi stessi e del nostro essere fautori del nostro futuro (The Leaders).

Insomma, ce n’è per tutti i gusti e per tutte le situazioni. Ma anche dal punto di vista musicale: Undefeated rispecchia le sonorità che hanno influenzato il musicista e songwriter nel corso della sua lunga carriera. Dai Counting Crows ai Pogues, passando per Elvis Costello, il suo bisogno di indipendenza si declina anche nella volontà di non essere intrappolato da gabbie di genere. Si passa così con scioltezza da brani di ispirazione folk ad altri più rock, da declinazioni pop a derive garage rock/post punk.

Undefeated è l’espressione della maturità di Frank Turner, che non ha paura di guardarsi indietro per affrontare il futuro, che è sempre pronto a nuove sfide e provocazione, ma che è anche consapevole dei traguardi (piccoli e grandi) raggiunti e dell’importanza di celebrare quei momenti, indipendentemente dalle aspettative iniziali. E, perché no, anche di battersi una pacca sulla spalla e di farsi i complimenti per riuscire a non essere stato sconfitto dalla società e dagli implacabili tempi moderni.

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