Frank Bramato
Non Essere
(Seahorse Recordings)
folk, rocksteady
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L’ho già detto tante volte su queste pagine, il Salento non è solo una terra baciata dal sole e dal mare, ma anche terra di musica e solo un mese fa, un altro figlio di questa terra ci regala e fa scoprire il suo talento con il suo disco d’esordio. Sto parlando di Frank Bramato e il suo primo album Non Essere.
Di questi tempi dove la musica è fruibile in diversi modi e dove pare che stia vivendo un periodo di appiattimento, dove si ha l’impressione che tutti facciano la stessa cosa, cantino le stesse cose, lo dicano allo stesso modo o nella migliore delle ipotesi si rifaccia scimmiottando le sonorità del passato, l’idea di realizzare qualcosa di diverso, qualcosa di più complesso e di difficile collocazione, appare un’impresa ardua. Eppure Frank Bramato ci riesce con il suo debutto discografico.
L’artista salentino non è di certo un neofita del mondo della musica, è un autore, con il suo gruppo BlekAut, che si è fatto le ossa e ha fatto una gavetta non indifferente cercando di convincere che la sua miscela di folk e rock steady fosse una ricetta vincente. Un miscuglio di generi che convincono autori come Caparezza, Meganoidi, Roy Paci, solo per citare alcuni, a invitarli ad aprire i loro concerti. Un’esperienza fondamentale e basilare che durerà fino al 2010, quando la band si scioglie e Bramato decide di dedicarsi allo studio delle tecniche di Demetrio Stratos, alla sceneggiatura e drammaturgia, al teatro, ma intanto la passione per la scrittura e la musica lo porta a comporre brani che finiranno in questo disco d’esordio.
I suoi trascorsi teatrali sono già intuibili nel brano d’apertura (Pazienza Essenza), un brano che appare come un monologo sulla vita e sulle domande che ci si continua a porre sin dal momento della nostra nascita.
Un tema che ritroviamo, in maniera un po’ più filosofica in Ah, l’essere dove viene campionata la voce di Carmelo Bene. Andando avanti con l’album, l’autore affronta diversi argomenti, come l’occulto (La coscienza del Mago), la passione per la teatralità (Piccola Operetta Barocca in tre Atti), l’omaggio ai suoi più grandi ispiratori: Frank Zappa (Frank Zappa è morto per niente) e Demetrio Stratos (Demetrio).
Discorso a parte va fatto suAnsia (solo una crisi) che è il brano più “pop” e più commerciale, dove l’autore cerca di esorcizzare una delle più grandi problematiche umane attraversa una base mista di funky e dance.
Insomma un album che al primo ascolto spiazza, al secondo intriga e al terzo conquista.
Ancora una volta il Salento “sforna” un autore che ha il coraggio di mettersi al di sopra del mainstream e propone qualcosa di diverso che purtroppo viene punito dalle severe leggi della discografia, ad ogni modo un lavoro prodotto e confezionato bene, non vedo l’ora di ascoltare altri lavori!
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