Francesco Vannini
Tornando a noi
(Seahorse Recordings)
cantautorato pop
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Un disco dal cuore intimista, privo di inutili e sovrabbondanti orpelli e nudo da quelle superproduzioni a doppio taglio, al netto del kitch; Tornando a noi è il punto fermo e secondo disco del cantautore siculo Francesco Vannini, undici tracce di pop ibrido, multi sfaccettato timbricamente, ora denso ora smilzo, tra ballate e canzone d’autore, un piccolo “manufatto” manuale concepito con cura e armonia, carico di emozioni, strade di vita e tanta, tanta bella musica da ascoltare, come fosse una vitamina per l’interiorità che ti raddrizza o scarica i momenti fatidici di una giornata qualsiasi.
Con l’ombra di un Battisti L’uomo che sapeva troppo, Bersani L’ultimo show e un lontano Bonocore Soltanto una canzone, Verde assenzio che fanno capolino qua e la per la tracklist, il disco gode di una autonomia stilistica non indifferente, piace subito e si fa “compagnone” per chi cerca nella musica la personalità schietta e semplice di nuovi eroi da immettere in circolo nella immaginazione, e certamente con Vannini la scelta appare nitida e certa, se non altro per quella verve “autonoma” di cui si colora e ci colora.
Ospiti nel registrato – oltre la batteria di Matteo Dossena e il basso di Marcello Castellucci – la chitarra di Paolo Messere, i tasti di Fabrizio Forte e un cameo di Goran Kuzminac nè Il viaggio, una ballata per accendino acceso e cuore strizzato che carica l’ascolto in maniera stupenda, sognante.
Chiude alla grande Un uomo qualunque, armonica e lucciconi agli occhi che fanno solo dire che si è dentro un signor disco, poesia destinata a fare centro.
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