Frana
Disastersss
(Antena Krzyku, Day Off Records, Santa Valvola Records, Taxi Driver Records, Sonatine Produzioni)
hardcore punk, post-punk, post-rock
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Disastersss è il nuovo album dei milanesi Frana, che arriva quasi allo scadere dell’anno “covid” 2020, composto da 11 tracce inedite e rilasciato per un insieme di etichette indipendenti: Antena Krzyku, Day Off Records, Santa Valvola Records, Taxi Driver Records e Sonatine Produzioni.
È ormai sotto gli occhi di tutti, o sarebbe meglio dire nelle orecchie di tutti, la rinascita del post-punk, come pseudo risveglio delle coscienze popolari e quale musica dal forte impegno sociopolitico.
Certo, suona alquanto inverosimile pensare che oggi si possa affrontare la contemporaneità con la medesima spinta emotiva, la stessa attenzione al cambiamento e l’analogo concetto di controcultura che quarant’anni fa contraddistinsero il motore trainante di quelle realtà iconiche che hanno seminato il terreno di uno dei campi artistici più elettrizzanti e multiformi della storia del rock.
Parliamo, oggigiorno, di un’offerta revival post-punk bulimica, che sembra essere già in overbooking; una sorta di minestra riscaldata (o revisionismo, per dirla in con toni più edulcorati) che negli ultimi tempi, raccogliendo il testimone di quel discorso avviato tra la fine degli anni ’70 e la prima metà degli ’80, è riuscita ad affiorare dal suo sottobosco discografico (al punto da inflazionarsi prematuramente?) per mostrarsi al grande pubblico con giovani personalità, quali Idles, Fontaines DC, Protomartyr, Shame e Viagra Boys, solo per citare i nomi più commerciali.
La seconda fatica discografica della band meneghina attinge, pertanto, dal culto carismatico di quel sound antologico post-punk mescolato ai cavi elettrici scoperti dell’hardcore, presentando linee di basso rotonde e claustrofobiche, elettronica synth fluida ossessiva e frenetica, voce baritonale, indolente, teutonicheggiante, rabbiosa e sguaiata, atmosfere gotiche e sinistre, ritmiche tribaleggianti, dilatate, riflessive e sferraglianti, chitarre distorte, luccicanti e spigolose, ballate noir curtisiane e tematiche dai contorni spirituali, disillusi e parodistici.
Frana potrebbe essere il soprannome del cagnolino in copertina, raffigurato mentre nuota in una piscina, nel mare o in una vasca da bagno. In verità, il cagnolino si chiama Ginger ed i suoi occhi comunicano un appello d’aiuto, esprimendo, a livello di metafora, la rappresentazione teatrale e drammatica di anime in pena rassegnate, di sognatori perduti di periferia in preda a stati cronici di insicurezza, ansia, disorientamento, pressione sociale, problemi di comunicazione e fragilità emotiva.
Quella dei Frana è un’idea di post-punk contagiato da un’epidemia di sostanze soniche noise, hardcore e post-rock, mediante le quali emerge la cifra stilistica e la rievocazione di quel genere di letteratura geolocalizzata nel germe britannico di memoria tatcheriana, ripercorrendo il paradigma di quell’impianto strumentale ed umorale che oggi ha registrato un fervido proselitismo anche verso altri versanti territoriali.
In conclusione: Disastersss è un manufatto discografico dai suoni diretti, verticali, ruvidi, aspri, vitrei, nevrotici, anfetaminici, granitici e sulfurei, ma ciononostante tutt’altro che originale.
Traccia dopo traccia, ogni contenuto sembra un qualcosa di già sentito: tanto chiasso da classe operaia, poco equilibrio ed una linea compositiva dal potenziale imploso ed alquanto improvvisato, con un’aura decisamente raffazzonata, monocromatica, monocorde e purtroppo priva di una propria identità, che sa tutt’al più di moquette londinese ammuffita.
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