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Folktronicopera: Lucine intermittenti

Alberto Mancinelli è al suo terzo lavoro con il suo alias di Folktronicopera: un EP che arriva dopo quindici anni vissuti, perlopiù con ragioni sociali diverse, sopra un palco: dentro ci sono solo quattro canzoni (tra folk, blues ed altro), ma non sono poco

Folktronicopera

Lucine Intermittenti (EP)

(Cd, Autoproduzione)

folk

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folktronicoperaLucine Intermittenti donerà qualche piccola gioia all’ascoltatore che si prenderà un pugno di minuti per sé e per queste quattro-canzoni-quattro che mescolano il folk con un rock dalle sfumature blues dal sapore felicemente arcigno.

Si parte con Corsia d’emergenza che saltella su un testo mesto tra vibranti chitarre morriconiane; Chiedi invece mostra prima di tutto una voce che gratta con il suo parlato sarcastico per poi rivelare una melodia che si fa cantare al primo ascolto. A seguire, in Formalità, si possono ammirare chitarre acustiche suonate come se fossero uscite da un album prodotto da Daniel Lanois mentre un organo sottolinea con gentilezza il disegno della voce: una canzone, questa, che sembra uscita dalla penna del (migliore) Massimo Bubbola. Ed infine arriva Non c’è nessuno, che sghignazza caustica con un ritmo che, se l’acceleratore fosse spinto un po’ di più, sembrerebbe uno stomp-rock del Bob Dylan più sguaiato e divertito di questi anni zero.

Da questo Lucine Intermittenti difficilmente si potrebbe chiedere di più, percorso com’è nella sua interezza da una voce che, nel suo cantare espressivo ed aspro, a tratti pare uscita da una morsa di ferro troppo stretta…una voce che farebbe la sua figura su un polveroso 45 giri anni ’40 (di quelli che un certo ex ragazzo di Duluth amava sgraffignare ad amici e conoscenti). Inoltre queste canzoni -pur con tutti i debiti che possono avere con grandi (vecchi) della musica cantautoriale, folk e rock- appaiono fin dal primo ascolto vere ed appassionate, senza mai fare l’occhiolino a nessun trend. Fuori dal tempo.

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