Filter
A Trouble With Angels
(Cd, Nuclear Blast Record)
industrial metal, nu-metal, alternative
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Fin dal primo pezzo, The Inevitable Relapse, si capisce come i Filter, con questo ultimo lavoro, The Trouble With Angels, arrivino alla sintesi quasi perfetta tra industrial metal, il loro genere di partenza, (essendo loro in un certo senso la costola dei Nine Inch Nails) e nu-metal (genere in cui, con questo album si lanciano a capofitto).
Partendo dal primo brano, si può affermare come sia in pieno stile Spineshank, sia nell’uso dell’elettronica, sia nelle declamazioni sussurrate e poi disperatamente urlate a livello vocale, oltre che nei chitarroni super-riffosi e molto industrial; stessa cosa si può dire del ripetersi, quasi ossessivo ed in forma di loop, del ritornello.
Decisamente un perfetto connubio tra nu-metal ed industrial, in pieno stile NIN è il secondo pezzo, Drug Boy, in cui la parte crossover e nu-metal prevale sicuramente; i riff sono sicuramente orientati in questo senso, mentre la ripetizione del ritornello è un po’ meno ossessiva e un po’ in stile Linkin’ Park dei vecchi tempi.
Stessa cosa si può dire del terzo pezzo, Absentee Father, di cui la particolarità stavolta è la voce di Richard Patrick, che suona un po’ come quella di Chris Cornell quando ancora era nei Soundgarden.
I Nine Inch Nails un po’ contaminati dal crossover riemergono anche in pezzi dalla dolcezza violenta, come No Love, in cui ci sono richiami anche all’alternative e ancora una volta al nu-metal a livello vocale, mentre musicalmente ci si attesta in una fusione tra l’industrial metal e qualcosa che potrebbe ricordare gli A Perfect Circle.
Potrebbe richiamare ancora gli A Perfect Circle anche Fades Likes A Photograph (Dead Angel), dai toni un po’ onirici e di malinconica dolcezza, che vengono drammatizzati ancora una volta con un altro richiamo a Chis Cornell, mischiato ad un po’ di Chis Martin e, addirittura, ad un po’ di Paul McCartney incazzato.
Pienamente nu-metal è Down With Me (a me ricorda ancora una volta i vecchi Linkin’Park…); di taglio più pesante sono sicuramente gli ultimi pezzi, soprattutto a livello di riff chitarristici, un po’ meno a livello vocale. Catch A Falling Knife fonde un po’ lo stile P.O.D con, ancora, lo stile A Perfect Circle e un po’ Tool; la title track è industrial-nu-metal, se si potesse coniare un nuovo tema, Clouds è puro nu-metal con venature Spineshank; l’eccezione è No Re-Entry, che ha un po’ il sapore di ballad psichedelica conclusiva, ricca però per l’ennesima volta, di vocalizzi alla Cornell.
Un lavoro sicuramente ben fatto, da cui traspare l’impegno, ma che, a tratti, potrebbe alla lunga risultare un po’ monotono e già sentito.
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