Fiesta Alba
Pyrotechnic Babel
(Bloody Sound)
math rock, hip hop, elettronica, progressive, etnica
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Poco si sa dei Fiesta Alba: origine geografica incerta, lineamenti nascosti con maschere da lucha libre, di base un quartetto, ma aperto a partecipazioni esterne, come nel caso delle voci, qui affidate a un manipolo di ospiti.
Un EP risalente a un paio di anni fa, oggi questo esordio sulla lunga distanza per un disco come i suoi artefici poco identificabile.
Math- rock la base di partenza, a intendere quella branca sonora all’insegna di una complessità che, almeno nell’attitudine, ricorda quella del progressive: la volontà di vedere se con gli strumenti a disposizione si possa andare ‘oltre’.
I suoni però vanno oltre quelli di incerti impasti elettronici di ispirazione – e aspirazione – un filo avanguardistica, ma si allargano, se vogliamo anche ‘geograficamente’, abbracciando l’hip hop più intellettuale, suggestioni jazzistiche e tanta, tanta, Africa, nei ritmi e a tratti nelle vocalità.
Nove composizioni multiformi, in cui certe ‘circolarità nere’ incontrano a tratti il minimalismo, senza rinunciare all’elettricità chitarristica, qua e là facendo ricorso ai fiati, impastandosi con elettronica e campionamenti e lasciando spazio a tratti a qualche parentesi ‘progressiva’ nel sento tradizionale del termine.
Il mescolarsi di linguaggi sonori della ‘Babele Pirotecnica’ dei Fiesta Alba anziché il caos biblico genera così un mosaico cangiante.
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