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Ferro Solo: la recensione di Almost Mine (part 2)

Un lavoro legato al passato ma ben proiettato nel presente. Parliamo di Almost Mine, il progetto-storia di Ferro Solo.

Ferro Solo

Almost Mine: The Unexpected Rise and Sudden Demise of Fernando (part 2)

(Riff Records / Fernando Dischi)

rock and roll, country rock, punk rock

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Ferro Solo- la recensione di Almost Mine (part 2)Quello di Ferro Solo è un lavoro vario e godibile, certamente legato al passato ma ben proiettato nel presente.

Il secondo capitolo del progetto Almost Mine, iniziato con la pubblicazione della prima parte nel 2018, apre un ventaglio di stili più ampio rispetto al precedente e si dimostra maggiormente tributante di un rock and roll puro e originario, seppur volto a varcarne i confini in diverse occasioni.

Per quanto riguarda l’aspetto compositivo, risulta d’obbligo mettere una lente d’ingrandimento sui dettagli, i quali spesso impreziosiscono l’intera stesura delle canzoni; tra queste annoveriamo la venatura country di Early Bird così come la linea di basso funk contenuta in Ziggy Pictures e le sonorità spiccatamente anni ’70 di The Time We’ve Never Had.

Giocano un ruolo da protagonisti anche brani come Resentment & Regret e You and Your New Lover, densi di una forte ispirazione punk rock che, soprattutto nel secondo citato, richiama fortemente lo stile dei Clash, e One Man’s Heaven is Another Man’s Hell, canzone in stile elettronico-new wave molto interessante ma il cui valore viene compromesso dall’eccessiva durata della performance.

(You Could Have Been My) Joan Jett si rivela essere il pezzo migliore dell’album, costituito da un’apertura (che si prolungherà fino a metà brano) eseguita solamente sul binario chitarra-voce a cui seguirà l’ingresso ordinato e graduale di tutti gli strumenti fino al raggiungimento del climax sonoro, conferendo notevole dinamismo al tutto.

La tracklist si conclude con un momento emotional e delicato, tra le note di Airplanes, lasciando all’ascoltatore una certa soddisfazione per quanto sentito e una discreta curiosità nei confronti del musicista bolognese Ferruccio Quercetti (“nascosto” dietro al moniker di Ferro Solo) e dei suoi mondi musicali, indubbiamente calati nel passato e privi di elementi rivoluzionari ma comunque accuratamente lavorati e interpretati con passione, attenzione e rispetto.

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