Farabrutto
Estremoriente Mediocre Occidente
(Cd, Freecom/DOC)
indie rock
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Prendiamo una ricerca testuale vecchio stampo, vagamente “de andreesca”, prendiamo una voce chiara e calda, aggiungiamoci un pizzico di quell’immediatezza e semplicità anche sperimentale che l’odierno indie ha da offrire ed in più qualche strumento inusuale. Mescoliamo il tutto con cura maniacale e speranzosi in una buona riuscita. Attendiamo qualche anno ed ecco il risultato: i Farabrutto ed il loro secondo cd originale intitolato Estremoriente Mediocre Occidente.
Questo eclettico trio, composto da Luca Zevio (chitarra classica, voce), Niccolò Sorgato (mandolino elettrico) e Sbibu (percussioni) nato a Verona si mostra alle scene nel 2000, e da subito si presenta come un’iniezione di antiche reminescenze nel panorama indie italico, particolarmente sviluppato nelle zone settentrionali del paese. Dopo il buon risultato del primo Alzare la voce e la vittoria del Premio Siae/Club Tenco, eccoli ritornare con un nuovo lavoro in studio, delicato e sognatore, ma anche irritato e pragmatico al punto giusto.
Estremoriente Mediocre Occidente si compone di undici tracce in cui si alternano momenti di forte tensione emotiva come nell’opener Girasole, nel capolavoro Contenimento o nell’impetuosa Madre Fiume, a momenti di più razionale ira, rintracciabile ad esempio nei brani Con le gambe mie o Retorica. Il tutto inserito in un contesto musicale alquanto originale, a tratti bizzarro, in cui assoli “rumorosi” spadroneggiano nei finali, per lasciare il passo ad aperture spesso arpeggianti ed armoniose.
Un album senza pause, senza spazi di pura noia, che richiede una certa dose di concentrazione per poter essere in qualche modo compreso, dato anche lo stile semplice ma roccioso delle liriche di Luca. L’unica piccola pecca, se vogliamo, è il finale bruscamente interrotto e “saltellante” di Streghe di città, in quanto non dà assolutamente nulla né al brano né al disco in sé, bensì lascia leggermente perplessi. Ma questo è solo un particolare alquanto insignificante, che poco o niente toglie ad il lavoro ben elaborato dai Farabrutto.
In particolare c’è da complimentarsi per la già citata Contenimento, uno dei pezzi più semplici, se vogliamo, dell’album, eppure quello riuscito meglio, senza dubbio. Un delicatissima musica di sottofondo, quasi senza alcun ritmo, crea un’atmosfera rarefatta ed evanescente che accompagna un testo poetico ed emozionante, capace di portare l’ascoltatore in una situazione di angoscioso faccia a faccia con se stesso, tra bei ricordi, cattivi pensieri e dubbi d’incertezza: il tutto è realmente affascinante.
Sinceramente, non so cosa ci si può aspettare per questo Estremoriente Mediocre Occidente, dubito possa scalare le classifiche di vendita, come dubito possa portare ad una fama nazionale questi tre artisti. Di certo è un passo avanti nella loro carriera e non può far altro che aumentare il numero degli incuriositi ascoltatori di una delle rade realtà nazionali di grande interesse. Speriamo, dunque, che i Farabrutto proseguano il loro cammino musicale su questa strada, quella della qualità. Parafrasando un estratto del brano Danza: vi prego, non ammazzate la musica!
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