Ascolta Landlocked, lka video-anteprima di Let’s Go Extinct dei Fanfarlo.
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Cosa accadrebbe se realizzassimo di essere tutti discendenti da un piccolo seme che ha fatto un viaggio fin qui dallo spazio? O se l’evoluzione ci avesse portato verso una nuova drastica direzione, ad esempio rendendoci gemelli siamesi, non più nati bloccati in una psico-geografia della solitudine umana. Saremmo sempre qualificabili?
Forse è tempo di fermarsi a pensare a quali siano i nostri concetti di “noi”. Considerare di nuovo dove una cosa finisca e un’altra inizi. Perché più profondamente si prova a focalizzare l’attenzione su di sé, e più il “sé” diventa un selvaggio agglomerato di cellule, un’intera galassia di materia cooperante, che insieme, in un rituale di massa, cammina e parla. Ognuno di noi è costretto a passare la propria esistenza ‘breve come un battito di ciglia’ con queste stranamente incomplete immagini speculari, trasmesse e proiettate all’interno della mente dell’altro. Io e te: uno straziante reality show in onda 24 ore su 24. In ogni caso, è uno show notevole.
Il terzo album dei Fanfarlo, Let’s Go Extinct potrebbe essere considerato un album concettuale sull’evoluzione umana e sui suoi possibili futuri se non fosse che è molto più bello e interessante di quanto possa suggerire. Sì, è alle prese con la grande domanda, ma sempre con un bagliore negli occhi, come a sostenere che niente potrà mai essere più strano della verità, un entusiasmante ritornello da interrompere.
Tutte le canzoni che abbiamo scritto sembrano affrontare in maniera diretta ma contorta le domande più importanti cui la teoria dell’evoluzione cerca di rispondere: dove diamine siamo e dove andremo dopo? Dice il cantante e compositore Simon Balthazar. La stranezza dell’essere questa cosa che noi chiamiamo una persona e la doppia stranezza delle altre persone. Pensando a questo abbiamo affrontato il tema, con tutta la frivola giocosità e serietà adolescenziale di cui c’era bisogno.
A suo modo, Let’s Go Extinct è il degno successore del bellissimo debutto “Reservoir”. Liberatosi del più freddo e sintetico approccio del loro secondo album “Rooms Filled With Light”, “Let’s Go Extinct” è il suono di una band che ha abbandonato ogni aspettativa per lasciar sì che ogni cosa che dovesse arrivare, finalmente arrivasse. Facendo così, probabilmente hanno realizzato l’album della loro vita.
Nel suo riscoperto candore, l’album attinge dalle sperimentazioni elettroniche dal sapore rockabilly anni ‘50 di Raymond Scott e Shadow Morton, ai mostri sacri della West Coast Brian Wilson e Fleetwood Mac. Un po’ Krautrock, un po’ di spaghetti western ed un po’ di “Young Americans” di David Bowie.
Ciò che queste disparate influenze musicali non rivelano, d’altro canto, è che l’ultimo album dei Fanfarlo è ben riuscito. La band prende spunto dal pantheon degli artisti più noti e lo usa per creare qualcosa di completamente nuovo e totalmente personale.
Balthazar nel frattempo si è trasformato da talentuoso candidato a intrigante e imponente presenza, sia come paroliere che come cantante. Persino le sue criptiche riflessioni sulla condizione umana – come ad esempio ‘Myth Of Myself’ – rese dalla sua tonalità avvolgente, si insinuano nel cervello dell’ascoltatore totalmente comprensibili e accettabili, indipendentemente da quanto assurde possano apparire nero su bianco.
In un certo senso siamo stati un po’ più metafisici con quest’ultimo, ammette Balthazar. Abbiamo preso ispirazione dalla teoria della Panspermia e dalle visioni della Londra post-apocalisse, così come da Kurt Vonnegut, Alan Watts e Miroslav Holub, neuroscienza e amore, perché alla fine di tutto, puoi ascoltare queste canzoni come fossero semplici storie di amore, fame e perdita.
I Fanfarlo non si sono mai soffermati troppo sui tecnicismi del mestiere. Nel loro casting centrale ci sono sempre stati visionari solitari, filosofi alienati e ossessionati dagli UFO piuttosto che personaggi innamorati. Ma le canzoni di questo album si esprimono in una così irresistibile palette di colori e forme da poterli percepire tutti senza nemmeno dover sciogliere i diversi nodi creati, in modo da scoprire le perle ivi nascoste.
Let’s Go Extinct è stato registrato dalla band e David Wrench a Bryn Derwyn, descritto dalla band come un eccentrico studio in un paese nascosto vicino ad una cava di ardesia a North Wales. Lo sfondo creato dagli alberi mi riportava alla mente il paese dove sono cresciuto io, in Svezia, solo che non avevamo le montagne dietro casa, dice Balthazar. È un posto che ti mette addosso un’incontenibile felicità ma allo stesso tempo ti trasmette una sorta di tristezza spirituale
Nella realizzazione di Let’s Go Extinct i Fanfarlo hanno sostituito il batterista Amos Memon con Valentina Magaletti. La band si completa con Cathy Lucas (violino, tastiere), Leon Beckenham (tromba, tastiere) e Justin Finch (basso).
Fanfarlo in concerto:
03.03.14 @ Locomotiv, Bologna
04.03.14 @ Tunnel, Milano
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