Eva’s Milk
Cassandra e il Sole che Oscura
(Cd, Fuego Records)
indie-rock
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Sono passati sei anni da quando tre ragazzi del novarese si sono arrangiati a sputare suoni e parole in sale prove improvvisate in fretta per contenere la loro ispirazione musicale e impetuosamente, dopo aver sistemato la line-up, la prima cosa che hanno fatto è stata quella di registrare meglio che potevano un Ep di 4 pezzi intitolato Milkshake, un concentrato di influenze indie rock anni 90.
Concerti, applausi, nel 2007 arriva la registrazione dell’album d’esordio pubblicato con la collaborazione della tedesca Fuego Records di Brema. Un dodici tracce tenebrose e oniriche, con testi introspettivi e melodie disarmoniche, chitarre distorte, guaiti cantati in un misto di malinconia e rabbia.
Lo spleen musicale degli Eva’s Milk viene introdotto nella funerea Rane su Venere, subito scossa poco dopo dalla ritmata L.U.C.R.A. che sembra quasi un omaggio al dio del grunge Cobain, quello più instabile, visionario, alternativo. Linea melodica retta in Nella Siccità è quasi una Love is Blindness degli U2 versione agonizzante.
Si prosegue con una Bohème grunge in cui il verso a Kurt si fa evidente, in Edera Immobile, Ricordo e Tu le chitarre vengono scuoiate con sessioni ritmiche non impressionanti, ma adeguate all’atmosfera collerica di questi pezzi. Il noise impazza attraverso le tracce dure e grezze e si adagia placido nei brani più delicati come Tarita in morfina e Lo Specchio di Tuna.
Conclude il disco l’acustica Sequoia in stile Alberto Ferrari che mi ricorda appunto quel meraviglioso album che è Solo un grande sasso, e la seconda parte dell’omonima canzone, ma strumentale con innesti di registrazioni audio a fare da rumore. Peccato per la non esaltante cura del suono, spero vivamente qualcuno accudisca questi tre pargoli degnamente al prossimo album, a cui attualmente stanno lavorando. Da seguire alla prossima pubblicazione.
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