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Europe: Last Look At Eden

Ottavo disco per gli Europe. Ritorno a sonorità rock senza troppi fronzoli, che attinge a piene mani dagli anni '70 e basato su riff di chitarra rocciosi e aggressivi

Europe

Last Look At Eden

(Cd, Edel)

rock

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europe_last_look_at_edenE’ una mela borchiata tagliata a metà a rappresentare la copertina di questo ottavo lavoro in studio degli scandinavi rockettari capitanati da Joey Tempest. Una fervida attività ha accompagnato in questi ultimi anni il gruppo che ha dato alla luce dopo la reunion altri due album, un greatest hits, un DVD e l’apprezzato unplugged dell’anno scorso.

Se Secret Society mi aveva entusiasmato per i suoni moderni, elettronici e armoniosi che hanno contraddistinto il precedente lavoro, questo nuovo album attinge agli anni ’70 con riff di chitarra rocciosi e aggressivi, come se fossero stati investiti da quella carica da ragazzini talentuosi che sanno di dover emergere. Gli Europe sono musicisti di indiscussa capacità tecnica e in quest’ultima fatica rendono omaggio al rock nella maniera più assoluta.

Dopo un preludio di archi di circa un minuto che introduce Last Look at Eden, singolo e videoclip di lancio, troviamo uno dietro l’altro brani tirati e melodici come loro tradizione, ritmi certamente incalzanti ma non veloci, salvo la traccia denominata The Beast. Per esempio Catch the Plane sembra scuotersi a metà tra Hendrix e i Deep Purple. I brani non presentano variazioni strumentali sofisticate, il song-writing risulta riempito da linee melodiche e vocali piuttosto statiche, e si intuisce che forse si sarebbe potuto curare meglio questo aspetto.

U Devil U e Only Young Twice ci ricordano che i loro beniamini sono sempre stati UFO, Thin Lizzy e Rainbow e si sente tantissimo. No Stone Unturned si apre con un pesante riff lineare che farà da base per tutto il brano, la voce di Joey si spalma sulla drammaticità del brano, le linee orchestrali di Mic Michaeli rendono arioso il brano che nel finale assume tonalità progressive. Presenti anche un paio di brani lenti, New Love in Town, dedicata al figlio di Tempest e la conclusiva In My Time, riflessiva e malinconica.

Assistiamo pertanto ad un allontanamento dagli orientamenti elettronici del penultimo disco riottenendo un sound più sporco, diretto e bluesy, e ci lascia con la consapevolezza che questa è una gran bella band che non ha ancora fatto il suo tempo.

sito web: www.europetheband.com

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Luca Paisiello
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