AdBlock Detected

Stai usando un'estensione per bloccare la pubblicità.

RockShock.it dal 2002 pubblica contenuti gratuitamente e ha la pubblicità come unica fonte di sostentamento. Disabilità il tuo ad block per continuare.

Eraldo Bernocchi/Harold Budd/Robin Guthrie: Winter Garden

Un trio delle meraviglie per un’opera prima dal fascino etereo e dilatato. In un’Italia spazzata dalla neve e dal freddo polare, perdersi in questo Winter Garden è un’esperienza che lascia il segno, intimo abbraccio sonoro avvolgente e protettivo

Eraldo Bernocchi/Harold Budd/Robin Guthrie

Winter Garden

(Cd, Rare Noise Records/Goodfellas)

ambient

[starreview tpl=16]

_______________

Winter-GardenSarà il vento gelido che nel momento in cui inforco le cuffie sta spazzando la città dopo un’abbondante nevicata; sarà la vista dalla finestra di quel soffice manto bianco adagiato sulla spiaggia della mia città; sarà quel cielo nero che sembra non avercene mai abbastanza; sarà l’impasto di inquietudine e stupore che tutto questo mi provoca, ma bastano i primi, impercettibili e precisi colpi di piano di Harold Budd, avvolti dai riverberi delle chitarre di Robin Guthrie e manipolati con la maestria di sempre dal produttore Eraldo Bernocchi, per lasciarsi immergere letteralmente nel fascino etereo e dilatato di questo incantevole Winter Garden.

Già impegnati da tempo in collaborazioni trasversali (è del 2005 il primo incontro tra il produttore italiano ed il pianista statunitense, mentre risale addirittura agli anni ’80 il connubio tra quest’ultimo ed il chitarrista scozzese, fondatore dei Cocteau Twin), mai prima d’ora i tre si erano ritrovati a lavorare contemporaneamente su uno stesso progetto il quale, pur restando fedele a certe ambient-azioni sonore tipiche della coppia Budd/Guthrie, si caratterizza per un uso in un certo senso più spregiudicato di suoni di sintetica derivazione.

Composto da dieci tracce di estrema raffinatezza, nei suoi circa quarantacinque minuti di durata, Winter Garden ci predispone verso una modalità Dream On capace di proiettarci in una dimensione eterea e pacificante che lascia il segno. Musica minimalista e profondissima, intima come un abbraccio e pura come un cristallo di quella neve che là fuori sembra aver paralizzato la città.

Gli ultimi articoli di Ivan Masciovecchio

Condivi sui social network:
Ivan Masciovecchio
Ivan Masciovecchio
Articoli: 120