Engineers
Three Fact Fader
(CD, Kscope)
shoegaze, dream-pop
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Il loro non è semplicemente un nome, Engineers “ingegneri” infatti è anche un dato di fatto, un approccio alla musica diverso rispetto alla normale concezione delle band di oggi.
Il quartetto londinese ritorna, a quattro anni di distanza dall’omonimo album, con Three Fact Fader, il loro secondo disco che si rifà al famoso “wall of sound” creato nei primi anni settanta dai Pink Floyd, dove il feedback e l’effetto diventano lo strumento aggiunto o caratteristico di ogni singolo brano.
Già il primo album aveva fatto intuire quali fossero le intenzioni della band e quale cammino volessero intraprendere, ora ci confermano la tesi.
Il disco è ben registrato, tutti gli strumenti sono messi in ordine e arrangiati in modo quasi maniacale o religioso se vogliamo; le canzoni prevalentemente pop hanno un impatto artistico notevole e riescono nel tentativo di trasmetterti emozioni e sentimenti.
Da elogiare il brano di apertura Clean Coloured Wire, canzone abbagliante che rimarca senza dubbio lo stile dei My Bloody Valentine e Song for Andy che riassume tutta la loro filosofia nella costruzione e nella scrittura delle melodie strumentali e dove anche il frastuono ha un ordine logico quasi matematico.
Intuitive e dirette sono invece pezzi quali International Dirge, Emergency Room e What Pushed Us Together, brani dall’ascolto meno impegnativo e dall’approccio più classico.
Nonostante la musica si rifaccia a cosa già sentite e forse passate di moda, gli Engineers sono comunque riusciti nel loro intento, facendoci riaffiorare ricordi che ormai erano solo ombre nella nostra mente.
Più che piacevole.
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