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Emozione “lucida” per l’esordio degli Zerella – Intervista

Zerella non è solo il cognome eufonico di Ciro, cantautore classe ’93 cresciuto tra i dischi e le cassette della sua vecchia casa, ma anche una vera e propria band cantautorale. Li abiamo intervistati

Zerella non è solo il cognome eufonico di Ciro, cantautore classe ’93 cresciuto tra i dischi e le cassette della sua vecchia casa, ma anche una vera e propria band cantautorale. Dalla penna e dalla chitarra di Ciro vengono fuori delle canzoni nude ed intime che vengono poi vestite insieme alla band in sala prove.

La band si completa con Alessio Vito (chitarre e cori), Gianluigi Pilunni (basso) e Remo Radica (batterie, tastiere). L’attenzione sul progetto cresce con il passare del tempo grazie all’apertura dei concerti di artisti come Gazebo Penguins, Giorgio Ciccarelli, Giorgio Canali e Marlene Kuntz.

Sotto casa tua affonda le radici nella canzone d’autore italiana, nel rock d’ oltremanica anni 90 e nelle influenze pop del nuovo millennio. Un disco diretto, intimo e che racconta pregi, difetti ed avventure del quotidiano ma anche storie che vengono da lontano.

Rane è il primo singolo tratto dall’album. Ecco il video:

https://www.youtube.com/watch? v=RsVh-F-Qu8M

 

Abbiamo fatto qualche domanda alla band per conoscere qualcosa di più di questo disco.

Ecco la nostra intervista:

Come nascono i vostri brani?

Le canzoni nascono dalla penna e dalle mani di Ciro, che solitamente si presenta in sala prove con qualcosa di concreto già nelle sue mani; questa composizione è solitamente abbastanza ‘’nuda’’ e noi cerchiamo di cucirle sopra il vestito adatto.

Il vostro primo disco è appena uscito. Cosa vi aspettate? Emozionati?

Emozionati lo siamo sicuramente, ma con lucidità. Sarebbe stupido sentirsi delle star per un disco che esce. Noi restiamo quelli di sempre e lo diciamo con grande tranquillità. Resta difficile prevedere o capire cosa può succedere; c’è la voglia e l’ambizione di puntare in alto ma la consapevolezza di non essere ossessionati dal raggiungere un eventuale ‘’successo’’ è più forte e deve restare più forte.

Da dove prendete ispirazione per le vostre composizioni?

Lasciamo rispondere Ciro, l’autore delle canzoni.
C: Solitamente più che prendere ispirazione da qualcuno o qualcosa, aspetto piuttosto che l’ispirazione arrivi e lo faccio vivendo a pieno le cose che mi piacciono. Non c’è un modus operandi. Un esempio? Nel disco c’è un pezzo, chiamato Brasile, 1958 nato un giorno di fine estate dopo aver elaborato la grandezza di Pelè, Garrincha e di tutto il Brasile del ’58. Sono affezionato al calcio, ma sono anche un po’ romantico, così ho iniziato ad immaginare la storia di due ragazzi che si misero insieme la sera del Maracanaço (storia che amo particolarmente) e che dopo circa otto anni possono, invece, gioire per una cosa tanto semplice quanto affascinante come il calcio.

Suonerete in giro?

La priorità è proprio quella. Suonare in giro, nonostante i social influenzino il mondo della musica molto di più di quanto sia generalmente percepito, resta la parte migliore del ‘’mestiere’’ del musicista

Ci sono differenze dal live al disco?

Sì. Nel disco puoi permetterti di sbizzarrirti molto di più, sei meno inchiodato dalle logiche che si vengono a creare in un live. Il disco è suonato, oltre che da noi, da diversi amici musicisti che hanno collaborato con noi. Il live resta comunque la dimensione in cui più ci sentiamo a casa e quella che preferiamo. Cerchiamo di rimanere fedeli a ciò che si sente nel disco ma contemporaneamente cerchiamo di offrire qualcosa in più. Sembra un controsenso, ma credimi, non lo è.

Qual è il vostro rapporto con i social? Li usate per promuovere la vostra musica?

Anche in questo caso, lasciamo parlare Ciro, perché si occupa in prima persona della gestione social. Mi sono stancato della gente che da addosso i social, i social sono uno strumento potentissimo. Come tutte le diavolerie tecnologiche esiste un utilizzo positivo e propositivo ed uno frivolo e negativo. Nella musica i social stanno diventando un concetto chiave per la figura del musicista ed ignorare questo aspetto totalmente, per una band è negativissimo, a mio avviso. Sprono infatti spesso i ragazzi della band a capire meglio i meccanismi che ci sono dietro non solo a Facebook, ma anche ad Instagram che è in ascesa. Più in generale i social stanno cambiando l’interazione e il modo di percepire la musica e questa cosa non si può ignorare.

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Cristiana Bucci
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