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Elton Junk: Loophole

Gli Elton Junk usano la new wave come trampolino di lancio per andarsene a zonzo ad affrontare i generi più disparati, ma sempre all'insegna di un songwriting di classe

Elton Junk

Loophole

(Cd, Forears)

rock, wave

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Elton Junk- LoopholeElton Junk, quarto disco in quasi dieci anni di attività. Il trio tosco-emiliano conferma tutto il buono che aveva fatto presagire in passato e raggiunge una maturità stilistica da band consumata ma ancora capace di sorprendere.

Loophole, infatti, è un disco con una base che poggia saldamente i piedi nella new wave (specie per come fu elaborata in Toscana), ma usa questo genere come trampolino di lancio per divagazioni e derive varie.

Dai Calexico ai Pavement, da Nick Cave a Iggy, dai Black Heart Procession a Laurie Anderson, tutti i pretesti sono buoni per cucire canzoni pacate ma mai troppo lente, affascinti e fascinose.

Rivolgersi agli Elton Junk parlandone solo come di un’accozzaglia di influenze sarebbe però davvero ingiusto per il trio. Alternando italiano e inglese, i “nostri” hanno confezionato un album in cui gli arrangiamenti sono sempre preziosi e più in generale la scrittura è sempre ben curata, a produrre comunque canoni di impatto immediato e godibili.

Un disco multistrato e in continua mutazione, insomma, da canticchiare sotto la doccia o da ascoltare alla ricerca dei tantissimi preziosismi di cui è pieno. Da ascoltare. Assolutamente.

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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