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El-ghor: Merci Cucù

Merci Cucù, ovvero come piazzarsi in prima linea nel cuore di tutti gli indie rockers. E' tempo che gli El-ghor passino dallo status di "rivelazione" del nostro panorama indipendente a realtà di successo. Voi siete pronti a dargli l'attenzione che meritano?

El-ghor

Merci Cucù

(Cd, Seahorse)

indie rock

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elghomercicucuE’ stato merito della Seahorse Recordings se Dada Danzè vide la luce. Ed è sempre merito della stessa etichetta campana se gli El-ghor continuano la loro parabola artistica col nuovo Merci Cucù.

Da una regione, la Campania, che ultimamente sta dando grosse soddisfazioni a tutto il panorama indie dello stivale, quasi a dimostrare come l’opulenza non vada d’accordo col genio, che per manifestarsi ha bisogno di condizioni sociali difficili.

Per chi si fosse perso (colpevolmente) il primo capitolo degli El-ghor era una parabola post-rock venata di psichedelica a tinte oscure. Il nuovo lavoro, Merci Cucù, vede invece un bel po’ di luce in più e rinuncia ai momenti lisergici a vantaggio di una più lucida scrittura coerente con la forma canzone.

Tanto per scomodare paragoni illustri, ma assolutamente appropriati, stavolta gli El-ghor si mettono fianco a fianco di band amattisime dalle nostre parti come dEUS e Venus. E lo fanno a liveli altissimi, cantando in francese con una pronuncia che sfiora la perfezione e con la complicità di ospiti di lusso come Davide Arneodo (già al lavoro con i Marlene Kuntz), Francesco Di Bella (dei conterranei 24 Grana) e usando la tromba di Luca Fadda (accasato presso la Morr Music con i F.S. Blumm).

Insomma, gli El-ghor hanno la credibilità necessaria per attirare attorno al loro indie rock tirato, denso e immaginifico musicisti “di lusso”. Tutti insieme a produrre un album veloce e diretto, volutamente sporco e bassa fedeltà, con tracce di piano, fiati e archi ad addolcire una pillola altrimenti fatta di puro fulmicotone.

Davvero bravi. Speriamo di cuore che riescano ad uscire dal sottobosco in cui (in parte da soli) s’erano cacciati col tour di due anni fa, che li ha portati a suonare in posti probabilmente non troppo coerenti con la loro proposta, che merita di conquistare un posto in prima linea nel cuore di tutti gli indie rocker italiani (e non solo italiani, perché no!).

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Massimo Garofalo
Massimo Garofalo

Critico cinematografico, sul finire degli anni '90 sono passato a scrivere di musica su mensili di hi-fi, prima di fondare una webzine (defunta) dedicata al post-rock e all'isolazionismo. Ex caporedattore musica e spettacoli di Caltanet.it (parte web di Messaggero, Mattino e Leggo), ex collaboratore di Leggo, il 4 ottobre 2002 ho presentato al cyberspazio RockShock.
Parola d'ordine: curiosità.
Musica preferita: dal vivo, ben suonata e ad altissimo volume (anche un buon lightshow non guasta)

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