Ecofibra
Maledetto Vintage
(Alka Record Label)
alternative rock, groove rock, hard rock, emo-rock
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L’immagine di un divano in fiamme – come raffigurato nell’artwork – è il simbolo della voglia di ripartire e lasciarsi alle spalle i segni indelebili che la pandemia ha lasciato in ognuno di noi.
Anticipato dall’uscita dei singoli Abituata, Sospesi, Noiamaledizione e Pranzo di Critiche, esce Maledetto Vintage, album d’esordio della band alt-rock ferrarese Ecofibra, edito per Alka Record Label, sotto la produzione artistica di Michele Guberti e Manuele Fusaroli.
Il quartetto emiliano – Alessia Piva alla voce, Gianmarco Simone al basso e cori, Francesco Piazzi alle chitarre e archi, Riccardo Simonetti alla batteria – formatosi nel 2017 e con numerose esperienze live alle spalle, dà alle stampe un prodotto discografico dal groove energico e dinamico, raccolto in otto tracce cantate in italiano e contrassegnato da atmosfere emo-power e riflessi new wave che rievocano (come già premesso in fase di titolazione) una linea compositiva vintage, anzi maledettamente vintage.
Una formula rock revival completamente riciclabile, in cui è predominante, da un lato, una buona dose di idiosincrasia nei confronti delle dinamiche effimere del presente, e dall’altro, come diretta conseguenza, quella morsa di malinconia fratto nostalgia che, nel tentativo di isolarsi dalla contemporaneità, si contorce nel ventre emotivo di quel sound melodico e viscerale ascrivibile al periodo d’oro dell’alt rock tricolore di fine ’90 e primi Duemila, sponda Prozac+ e Sick Tamburo.
Cercando un mondo che non c’è più, e che forse non c’è neanche mai stato (per dirla alla Zen Circus feat. Brunori Sas), gli Ecofibra fondono influenze collaudate e radiofoniche, riversando, quando in modo irriverente, tormentato, suadente e impetuoso, quando in maniera indolente, rassegnata e riflessiva, sonorità gastriche sulla condizione di apatia sociale che stiamo vivendo e nella quale affoghiamo quotidianamente.
Storie di vite ai margini, intrappolate nella staticità e nei punti di sospensione della noia, consumate dal disagio psicofisico di abituarsi alle delusioni, di doversi adeguare al flusso delle convenzioni, del conformismo, e costrette a rincorrere il tempo e il fiato corto dei ricordi, finendo per tuffarsi nell’intramontabile sogno esotico della California, quale volontà di rallentare quel respiro affannoso e il peso delle aspettative, cercando di non farsi risucchiare nel vortice del Maledetto Vintage.
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