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Dream Theater: Black Clouds & Silver Linings

Con il monumentale Black Clouds & Silver Linings i Dream Theater doppiano il traguardo del decimo album da studio e coronano quasi 25 anni di carriera

Dream Theater

Black Clouds & Silver Linings

(Cd, Roadrunner Records)

progressive metal

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dream theater black cloudsLa storica band di Detroit torna a distanza di due anni con un nuovo album, il secondo con l’etichetta Roadrunner Records, dopo Systematic Chaos del 2007.

Questa edizione speciale di Black Clouds & Silver Linings è un opera ciclopica, a partire dalla sua durata. Oltre tre ore di ascolto, temibili sulla carta, dal momento che alla già importante durata della nuova opera dei Dream Theater si aggiungono due Cd extra: uno contiene i remix strumentali delle sei tracce dell’album, l’altro offre una rosa piuttosto eterogenea di cover (tra gli altri, Queen, King Crimson, Iron Maiden).

Va detto che se non si è proprio fan della band e del genere si ha davanti un’opera piuttosto faticosa da metabolizzare, ma che alla fine premia lo sforzo di attenzione e si lascia ascoltare, ancora e ancora; ci si perde e ci si ritrova miracolosamente nel suo labirinto.

La prima traccia dell’album è A Nightmare To Remember, una specie di impresa epica di circa sedici minuti, ispirata a un incidente d’auto avuto da John Petrucci durante la sua infanzia. I continui cambi di tempo e stile, nella veste di sterzate brusche o sottili variazioni atmosferiche, riescono a rendere molto bene il senso di urgenza e di pericolo e i diversi piani narrativi del brano, grazie ad una materia sonora molto densa.

A Rite Of Passage è serrato, tagliente; dispiega, neanche a dirlo, un impressionante livello tecnico, e inoltre è dotato di un chorus melodico ed orecchiabile che quasi lo predestinava a diventare un singolo quale è, il primo estratto dall’album. Poi si scivola negli arpeggi caldi che aprono la breve ballata Wither.

The Shattered Fortress conclude la Twelve-Step Suite concepita dal batterista Mike Portnoy, i cui altri tasselli sono sparsi negli ultimi album della band. Come è noto la serie segue il cammino in dodici passi degli Alcolisti Anonimi. Fittissima la rete di rimandi, musicali e testuali, ai precedenti pezzi della serie. Il penultimo brano, forse il migliore per coesione ed ispirazione, conclude il percorso delineato dal titolo dell’album, mostra la luce che torna a scavarsi la strada tra le nuvole minacciose. Best Of Times, scritta da Portnoy in memoria del padre scomparso di recente, parte infatti dalla sofferenza per illuminarla con la serenità di un ricordo pieno di affetto.

Conclude il lunghissimo Count Of Tuscany, un brano denso, articolato, teso con l’unica pecca di un testo nella migliore delle ipotesi improbabile.

E dopo questa avventura che coniuga sia agli aspetti più duri sia quelli più sfumati della band, le tortuosità virtuosistiche e un impianto organico, oscurità e serenità perfettamente calibrate, ci si può tuffare anche nell’ascolto degli extra, sicuramente graditi: ottime come al solito le cover, che provano anche la notevole duttilità vocale di LaBrie e interessante la possibilità di seguire la sola parte strumentale dei brani, impercettibilmete riarrangiati. Tuttavia questi contributi sono più che altro una curiosità: nulla aggiungono e nulla tolgono alla sostanza dell’album.

P.S.: i Dream Theater saranno in Italia alla fine di ottobre con quattro appuntamenti (insieme ad Opeth, Bigelf e Unexpect), ad Assago (Mi), Roma, Casalecchio di Reno (Bo) e Conegliano (Tv).

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Miranda Saccaro
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