Dieci
Vitamine
(42 Records)
pop
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Roberto Grosso è il vero nome di Dieci e il suo esordio Vitamine è stata una piacevole sorpresa, ma procediamo con ordine.
Appena ho cominciato ad ascoltare quest’album la cosa che mi ha colpito al primo istante, è l’utilizzo del pianoforte e il modo di cantare che, a primo ascolto, ricalcava un po’ quello che si sente in giro e che fa parte del calderone dell’it-pop. Ma mi sono dovuto ricredere.
Coperta è un brano che ascolto dopo ascolto colpisce per la sua estrema semplicità e per la sua capacità di celare, invece, una grande profondità nel testo. A tratti sembra di ascoltare un giovane Paolo Conte e pare che l’artista piemontese abbia fatto tesoro delle fantasie linguistiche dell’avvocato ligure.
L’album però è pieno di riferimenti musicali e di generi completamente diversi tra di loro. Dieci compone brani, dove il funk, la disco, il french touch, reggaeton, electro-pop e il cantautorato più classico trovano spazio in un lavoro eclettico, ma non per questo noioso e confusionario, anzi la diversità di ogni brano sembra fatta apposta per sorprendere e stupire nel senso buono del termine e scusate l’insistenza, ma anche Paolo Conte amava mescolare generi, amandoli e tradendoli di continuo.
Dieci non è certo un esordiente alle prime armi, già membro dei Drink To Me, si è fatto le ossa come musicista live negli ultimi tour di Cosmo e quando decide che è giunta l’ora di esordire lo fa un lavoro lo-fi e molto home made. La sua intuizione è quella di spostare il cantautorato classico verso lidi più intimi e arricchendoli di surrealismo e indolenza, nei suoi testi si parla di amore (ma non quello sdolcinato), di insegne della Coop, dell’orto dello zio e lo fa con una semplicità disarmante che lo rende credibilissimo agli ascoltatori.
A questo punto perché Vitamine?
L’autore dichiara che: «le vitamine sono molto piccole, e ne servono molto poche ma sono indispensabili, e queste dieci canzoni per me sono così». Con queste parole, Dieci fa una vera e propria dichiarazione d’intenti, dove ci fa capire che questo album da tempo era dentro di lui e che ha deciso di tirarlo fuori nel momento più giusto della sua carriera.
Dieci è sicuramente uno degli artisti più interessanti degli ultimi tempi, quello che mi auguro è che la sua semplicità non venga smarrita, perché purtroppo nella nostra vita abbiamo dovuto vedere artisti lo-fi e interessanti che si sono venduti a poco prezzo per una visibilità più grande.
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