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Diaframma: Live report

Il post-punk di Federico Fiumani regala brividi di adrenalina alla piccola Pietroburgo d'Emilia

Diaframma

Cavriago (RE), Calamita, 15 Novembre 2008

live report

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Doverosa premessa: parlare dei Diaframma, per il sottoscritto, non è cosa facile. Ché oltre all’aspetto musicale si intrecciano storie fatte di chilometri, amicizie, ricordi.
Così, come puntualmente accade da cinque anni, siamo sotto il palco del Calamita di Cavriago in attesa dell’esibizione di Federico Fiumani e soci. Sì, proprio il paesino immortalato dagli Offlaga Disco Pax in Piccola Pietroburgo. Sì, quello che ospita il busto di Lenin.

L’ultima incarnazione dei Diaframma è un classico trio chitarra-basso-batteria, come ai tempi d’oro di Gennaio e In perfetta solitudine, ed è probabilmente la soluzione più indicata per la proposta musicale di Fiumani: un suono potente e senza orpelli che rende al meglio l’anima punk del suo artefice.
Il batterista Lorenzo Moretto è sempre più la spina dorsale della band: la foga con cui picchia sulle pelli dà linfa ai brani immortali che costellano una scaletta killer.

Si comincia con Caldo, una canzone d’atmosfera che serve a creare il climax, ma subito il crescendo si fa inarrestabile. Dopo un paio di brani tratti dall’album I giorni dell’ira del 2002, Fiumani mette in fila una sequenza di classici anni ’80 che infiammano la platea: da Neogrigio a Delorenzo passando per l’intramontabile Siberia, dalla sempre splendida Marisa Allasio fino all’anthem Gennaio.
La seconda parte del concerto si concentra sulla produzione degli anni ’90, con tiratissime versioni di brani come L’odore delle rose, Le Alpi, Labbra blu e la magnifica Verde.
Alla faccia di chi dice che Fiumani non è più new wave spunta fuori a sorpresa una cover di Ceremony dei Joy Division, che con la consueta ironia Federico introduce chiedendo «il permesso per fare un brano in inglese, ché io l’inglese non lo so e sarà un po’ maccheronico».
Dopo L’orgia, Vaiano e una rovente Blu petrolio, la band si congeda. Ma hanno ancora voglia di suonare, tanto che Federico non si preoccupa nemmeno di rientrare in camerino in attesa di essere richiamato per i bis e rimane a fumare una sigaretta sotto il palco con noi. Alla faccia di Sirchia.

Si riparte con Il disco dei Replacements, poi vengono ripescate Io ho te e Giovanna dice per chiudere definitivamente con un’interpretazione ai limiti dell’hardcore di La mia vita con una dea.

Nonostante la stanchezza, il sudore e le voci ormai afone, dalle prime file si levano ancora richieste, ma l’impietoso dj del Calamita decide che è arrivato il suo momento.
Una serata da ricordare, per il pubblico e per la band, visibilmente soddisfatta dell’esibizione e del feedback ricevuto.

Non si esce vivi dagli anni ’80?
Mi permetto di dissentire.

Un ringraziamento particolare a Iacopo Vespoli per foto e scaletta.

Scaletta
Caldo
I giorni dell’ira
Sua maestà
Neogrigio
Delorenzo
Spazi immensi
Marisa Allasio
Libra
Elena
Siberia
Gennaio
Adoro guardarti
Boxe
La rivolta
L’odore delle rose
Le Alpi
Labbra blu
Ceremony
Verde
L’orgia
Vaiano
Blu petrolio
bis
Il disco dei Replacements
Io ho te
Giovanna dice
La mia vita con una dea

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