La Methamorfosi
In Dolore
stoner, grunge, alternative rock
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I friulani La Methamorfosi sono al secondo lavoro con questo Ep intitolato In dolore, 6 brani in italiano con una predominanza di sonorità stoner lente e drammatiche da far ribollire il furore interiore che accompagna l’affondare nell’incertezza e nella solitudine. Immaginate gli Alice in Chains in italiano e capirete l’incipit di presentazione.
La band capitanata da Michele Zanuttini mi aveva subito impressionato quando mi fu presentata dal collega Andrea Musumeci quando aveva recensito proprio su queste pagine il precedente Guai, e oggi la ritroviamo esattamente così come l’avevamo lasciata, con chitarre doom acide e gravose, un incedere ritmico sonoro e melodico, testi diretti, lancinanti, doverosamente pungenti.
Il quartetto friulano nell’opener Le Ali scrive di un’economia dai “prezzi alle stelle” in questa versione sonora da “Cielo Sopra Berlino” in cui angeli in cordoglio osservano mesti “gente comune dalle schiene rotte”. Quelli de La Methamorfosi sono battaglie dell’esistenza in cui Non Sappiamo Difenderci, si prova a resistere ma non riusciamo più a sognare. Qui è come ascoltare un Edda di ieri che urla alla Madre di darle un aiuto, che da soli non ci spieghiamo il perché di queste vite infernali in cui siamo costretti a vivere. Suoni penetranti su fotografie di vita sofferenti, si alza un po’ il ritmo in POV, senza esagerare, gridando “Ho visto gli anni passare e voglio solo morire”.
È vero, sembra un lamento lineare su vite al collasso, ma quando un profondo strumento ad arco introduce Mi Soffoca, riferendosi ad un’esistenza tossica, Zanuttini canta “voglio sperare in un mondo migliore in quel vizio bastardo dove tutto è normale”. Tutto rimane gravoso, terribilmente macerante nelle liriche e in Tocchiamo il Fondo, tra lievi controcanti e riff, ci ributtiamo nella spirale di disperazione ipnotica e morbosa che ci lascia con sguardi assenti, ma anche nella consapevolezza che solo guardandoci dentro possiamo uscirne, cercando parole che possano aiutarci a risollevarci.
Le influenze tra Black Sabbath, Helmet e appunto Alice in Chains sono riconoscibili nelle tracce di In Dolore, seguendo le orme più tetre di Ritmo Tribale e Karma che in Italia sono state le band più vicine alle sonorità della famosa band di Seattle. La voce di Zanuttini ricorda quella del compianto Layne Staley per il cantato e la forza drammatica che accompagna i monolitici riff di Matteo Floreani alla chitarra. Intenso e penetrante, disco apprezzato dagli amanti di queste sonorità, La Methamorfosi deve solo lavorare su variazioni che rendano tutto meno stabile e prevedibile.
Facebook: LaMethamorfosi
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