Deftones
Diamond Eyes
(Cd, Warner Bros.)
alternative metal
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Dopo una assenza di circa quattro anni, segnata dal tragico incidente del bassista Chi Cheng, la band californiana torna con Diamond Eyes, un album drammatico e intenso, a tratti dolente, che non manca di far provare emozioni forti, soprattutto a quanti da tempo aspettavano e speravano nel ritorno dei Deftones.
Le undici tracce di Diamond Eyes fanno dimenticare l’attesa, trascinando in un ascolto potente, denso, a tratti striato di una dolcezza triste. E’ Sergio Vega, ex Quicksand, a sostituire lo sfortunato Cheng.
L’inizio dell’album prende allo stomaco, con una title track che riesce a essere aggressiva ma anche sognante, e due pezzi come Royal e CMND/CTRL, arrabbiati e ossessivi ma che scoprono, come ferite ben nascoste, dei passaggi sfilacciati, onirici, grazie anche alla voce cangiante e duttile di Chino Moreno.
Le promesse impegnative con cui parte l’album sono mantenute anche da quanto segue. Dal contorto e inquietante You’ve Seen The Butcher, che finisce per avere un effetto ipnotico nel suo guidare per vie sinuose, si passa alla tenerezza malinconica e dolcemente sfumata di Beauty School, con un ritornello corposo e struggente. Questo, insieme all’ancor più intenso Sextape, è il momento più decisamente melodico dell’album. E questa morbidezza è resa lenta e inquietante e messa in dissonanza con la tensione che affiora a macchia di leopardo in Prince, per poi sciogliersi finalmente in un’esplosione nucleare controllata.
Rocket Skates, il primo singolo estratto dall’album, è agitato da una corrente che intorbidisce le acque descrivendo un ambiente scivoloso e pericoloso. La potenza fragorosa ma mai monolitica che domina Diamond Eyes si esprime con mano sicura anche in Risk e 976-Evil, mentre diventa più lieve, agitata e rumorosa in This Place Is Death.
In parole povere, un album che è diventato subito uno dei miei preferiti. E, detto tra noi, lo avrei scelto comunque a scatola chiusa anche solo per la copertina, che è bellissima.
I Deftones saranno a Collegno (TO) il 22 giugno.
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