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Death SS: conferenza stampa e anteprima dell’album Resurrection

i Death SS tornano con Resurrection, un album concepito lentamente. Siamo andati ad incontrarli nella campagna lucchese, per sentire il disco in anteprima e fare qualche domanda a Steve Sylvester

A 7 anni dall’ultimo lavoro, The Seventh Seal, tornano i Death SS, band dell’horror rock italiano per eccellenza. L’album Resurrection uscirà il 6 giugno (6/6/2013=6/6/6), anche se ci sono già state delle anticipazioni, dando ai fans un assaggio sostanzioso di quello che verrà.

Difatti The Darkest Night e Ogre’s Lullaby sono usciti con i rispettivi video, uno il giorno dell’apocalisse Maya e l’altro il 14 febbraio di quest’anno. Entrambe le tracce fanno parte della colonna sonora di due film dell’orrore: The Darkest Night, sceneggiato dallo scomparso critico Antonio Bruschini, e Paura 3D dei Manetti Bros.

Rockshock è stato invitato alla conferenza stampa di presentazione di Resurrection, tenutasi nei pressi di Lucca.

Ecco come mi sono trovata in un angolo accogliente della campagna toscana ad ascoltare buona musica e a mangiare insalata di farro.

Steve Sylvester si è dimostrato un anfitrione attento e disponibile. Il resto del gruppo non è stato da meno: da Freddy Delirio, ospitale padrone di casa, a Glenn Strange, bassista cordiale con tutti i presenti.

All’ascolto delle tracce è seguita la visione  dei videoclip legati all’album – di cui due inediti -.

E ora il momento clou: la conferenza stampa.

Per scaldarci una domanda sui fan e il loro ruolo in relazione al ritorno della band (il cui ciclo sembrava concluso con il precedente album). Steve ha confermato che il supporto dei fedeli è stato sicuramente importante, quasi fondamentale, visto che per certi generi musicali il guadagno non è quasi mai proporzionato allo sforzo.

A Steve è stato anche chiesto se l’album, da lui stesso definito un’alternanza tra pezzi creati per il cinema e altri ispirati dai suoi studi sull’occulto, sfornati in quattro anni di lavoro, possa risultare slegato. In realtà il filo conduttore dell’orrore, che ha unito per trent’anni i lavori del gruppo, è sempre presente. Si tratta di un disco vario, ma non scollegato.

Poi, giustamente, la domanda che molti si saranno fatti: ma non doveva essere tutto finito con la rivelazione del settimo sigillo? Come va considerato questo nuovo capitolo, magicamente parlando? Come una resurrezione, risponde giustamente Steve, l’inizio di un nuovo ciclo.

Dopo una serie di domande meno centrate, come la possibilità per Steve di dedicarsi maggiormente alla carriera cinematografica (se ci sono proposte interessanti, volentieri) o il perché la Morte sia scomparsa dai personaggi del gruppo (passando da 6 a 5 componenti, è stato tolto il personaggio più generico e meno rappresentativo dei film a cui il loro make up s’ispira) è arrivata la domanda che io definisco “dei divorziati”. La fanno ad Axl Rose e Slash, a Phil Anselmo e Vennie Paul, e, perché no, anche a Steve Sylvester: i tuoi attuali rapporti con Paul Chain.

Signori si nasce e, come diceva Totò, lui lo nacque: niente commenti maligni, ma solo la presa di coscienza – che anche altri dovrebbero fare – della separazione di due percorsi distanti, ormai avvenuta da molto tempo.

Riguardo alle prossime date live nessuna anticipazione, tranne la quasi conferma della presenza al MetalCamp di Siracusa il 16 agosto.

Di nuovo si torna su vecchi tormentoni:cosa è mancato ad un gruppo con una fan base così fedele anche all’estero, per fare il grande salto fuori dai confini nazionali? Una di quelle domande che, fuori dai denti, uno vorrebbe rispondere con “Se avessimo fatto…, se ci fosse stato…, se nonno avesse avuto le ruote sarebbe stato una cariola!”.

Finale sui dettagli tecnici: quattro anni per lavorare con calma su ogni canzone, con uno studio- quello di Freddy Delirio- a disposizione e un’esperienza trentennale che ha permesso loro di autogestirsi. Calma e mestiere, per creare un prodotto davvero succoso.

 

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