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Dave Matthews Band: Big Whiskey and the GrooGrux King

Una tra le jam band più importanti realizza l’ennesima prova del suo talento: un esplosivo mix di jazz, funky e rock, declinato in canzoni quasi perfette

Dave Matthews Band

Big Whiskey and the GrooGrux King

(Cd, Bama Rags Recordings/Warner)

rock

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Dave_Matthews_and_Big_Whiskey_and_the_GrooGrux_KingSedersi con il proprio strumento in mano, guardarsi negli occhi e cominciare a suonare, senza spartiti, guidati solo dalla creatività e dall’intesa reciproca. Le jam session sono le uniche, vere occasioni in cui i musicisti dimostrano realmente quel che sanno fare: giocano con le note, rincorrono le melodie, entrano in piena sintonia con il resto del gruppo. Pura improvvisazione, pura arte. In ambito rock, tra tutte le jam band degli ultimi anni, spicca per talento e intensità la Dave Matthews Band. Qui in Italia (ma anche nel resto d’Europa) non la conosce quasi nessuno, ma nella loro patria, gli USA (si sono formati a Charlottesville nel 1991), è coccolata da pubblico e critica, fa il pienone ai concerti e ogni anno viene rimpinzata di premi.

Big Whiskey and the GrooGrux King è un distillato finissimo di rock, imbastardito da elementi jazz che enfatizzano la componente di improvvisazione, nella quale la Dave Matthews Band gigioneggia con una classe e una competenza impagabili. Il buon risultato del disco non era per niente scontato, dato che la band l’anno scorso ha dovuto superare la morte del sassofonista LeRoi Moore e l’allontanamento dal gruppo del tastierista Butch Taylor. Ma è proprio nel momento di massima difficoltà che l’essere umano è capace di tirare fuori il meglio di sé, e questo disco ne è la prova.

Già con Shake Me Like A Monkey ci si rende immediatamente conto dell’alta qualità dell’album: arrangiamenti curati ma lontani da ogni inutile barocchismo; tutti gli strumenti, dalla tromba, alla chitarra, alla batteria, si incastrano perfettamente tra loro, precisi ma mai spocchiosi. La successiva Funny The Way It Is ha un bel groove riflessivo che improvvisamente viene scosso da una energica chitarra elettrica.

Con Spaceman ci si allontana dall’ambito prettamente rock per addentrarci in territorio funky/blues, con una incisiva chitarra solista che accompagna la voce fino al ritornello aperto e solare. Squirm è forse la più particolare del lotto: epica, mistica, suadente, con un retrogusto orientaleggiante. Solo la chitarra trionfale del ritornello riconduce il brano su traiettorie rock. Allo stesso modo, Seven cuce insieme jazz e funky, impreziosendo il ricamo con un ritornello irresistibile.

Il gran finale è affidato a You & Me, costituita da strofe placide con che si squarciano nel ritornello, e a Corn Bread, una delle due bonus song, allegra grazie a trombe squillanti e a un banjo giocoso.

Talento, tecnica e fantasia: alla Dave Matthews Band non manca proprio nulla. Sperando che con questo disco, finalmente, le loro vulcaniche improvvisazioni musicali la smettano di essere appannaggio solo di pochi intenditori.

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Sofia Marelli
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