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Damno: recensione di Bugaboo Alley

Damno con Bugaboo Alley ci offre una visione abbastanza chiara, ma allo stesso tempo schizofrenica, di come si possa interpretare il crossover ai nostri giorni.

Damno

Bugaboo Alley

crossover

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Damno Bugaboo AlleyIn un contesto come quello attuale, sempre pieno di novità, è difficile sapere scegliere. Trovare la qualità è una questione ancora più difficile, visto che l’omogeneizzazione verso il basso sembra avere preso la meglio su ogni cosa. Quindi quando ci si trova dinnanzi a un prodotto particolare e ben curato come quello realizzato da Danilo Teti, alias Damno, un passato come batterista di Synapsicide, Bestial Vomit e Name Insane, allora le prospettive di ottimismo cambiano radicalmente.

In questo EP – Bugaboo Alley – , composto da sole quattro canzoni, abbiamo una visione abbastanza chiara, ma allo stesso tempo schizofrenica, di come si possa interpretare il crossover ai nostri giorni.

 

In questo lavoro confluiscono coordinate grind ad altre che trovano spunto in quello che in passato avevano combinato bene gente come Mr. Bungle, Fantomas e Voivod, senza dimenticare gente come Fishbone e Red Hot Chili Peppers che aveva dato inizio a tutto ciò.

I quattro pezzi presenti in questo lavoro alternativo e coraggioso sono un bel biglietto da visita che Teti presenta al mondo musicale italiano e non solo, in un periodo storico in cui il verbo osare sembra essere stato cancellato dai vocabolari dei discografici nostrani (e non solo). Per chi ha nostalgia del crossover, per chi vuole trovare emozioni dissonanti e per chi aspetta qualcosa di solare in un mondo grigio come quello attuale, Bugaboo Alley è un lavoro che può soddisfare.

Se poi Damno in futuro riuscirà a trovare, senza perdere di vista tutto quello che c’è di buono qui dentro, un’attitudine melodica malata a quanto ideato, allora saremo tutti a cavallo. Per ora accontentiamoci di questo disco che è davvero tanta roba.

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Francesco Brunale
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