Crystal Stilts
Alight of Night
(Cd, Slumberland)
new new wave
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Approfittiamo dell’estate, avara di nuove uscite, per recuperare alcuni dischi interessanti che per mille ragioni ci sono rimasti sullo scaffale nel periodo inverno-primavera, fra cui questa chiacchierata uscita dei Crystal Stilts.
Probabilmente non avrebbero sfigurato neanche intorno al 1980 questi Crystal Stilts. E in effetti di sonorità tipiche del periodo – a metà strada fra dark-wave e post-punk – Alight of Night ne è pieno. Ci puoi sentire l’incedere solenne dei Joy Division, o trovarci atmosfere malsane à la Cure del primo periodo. E allo stesso tempo sentirci impianti ritmici serrati, ricoperti da chitarre di stampo Modern English, o melodico (e a tratti new romantic) come nei Jesus and Mary Chain.
L’attitudine sembra poi quella dei Velvet Underground di White Light, White Heat fatti però di una droga diversa, un po’ più dimessi e (o)scuri/sepolcrali. Basta ascoltarsi la ballata monocorde The Dazzled o The City in the Sea, così come il post-punk stralunato di Crystal Stilts e il proto-wave in stile Modern Lovers di Prismatic Room, tanto per capire dove si sta andando a parare.
Il mood un po’ alienato, verosimilmente newyorchese e new wave, è dunque il tratto caratteristico della band, anche se le fonti da cui ha attinto sono in gran parte britanniche. E forse proprio per questo si sente fortemente l’impronta revivalistica dell’opera, che ad ogni modo resta un ottimo modello per ciò che potrebbe intendersi il saper fare le cose con stile – e allo stesso tempo renderle colme di reminiscenze passate e di buone idee, partendo da queste come fulcro creativo principale.
Da non sottovalutare.
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