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Cristeirubin: Forse In Un’Altra Vita

Pop scanzonato, rock lisergico, classic-rock, fisarmoniche e una punta d’elettronica…Cristeirubin nel loro primo disco Forse in un'altra vita non si risparmiano null’affatto. Alla faccia della nota spilorceria genovese…

Cristeirubin

Forse In Un’Altra Vita

(Cd, Novunque/Self)

pop, rock

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cristenrubinOpera prima per i Cristeirubin che tanto prima non è. Il progetto nasce dalle ceneri degli ZERO, band genovese che tra il ’96 e il 2002 ha potuto stringere la mano (e dividere il palco) a gente del calibro di Scisma, Prozac+, Mao ecc. Nei sette anni trascorsi dallo scioglimento della band Cristiano Gianni non è stato (solo) a guardare le stelle, ma ha buttato giù le idee per la nascita di Forse in un’altra vita e ha messo su anche un ottima band pescando ancora dagli ZERO e da altre realtà liguri.

Si apre il sipario con le sonorità indie-rock del singolo Un ricordo lontano e Galleggiare che fanno ben sperare. Morbide chitarre si accarezzano e si intrecciano sapientemente per fare da supporto ad un cantato mai strillato che ben addomestica un groove a tratti sostenuto. Nella seconda parte del disco i ritmi si abbassano e ci si affaccia ad un Pop a tratti spensierato, con uno sguardo oltremanica, ma caratterizzato comunque da sonorità interessanti e arrangiamenti assolutamente non banali. Si passa oltre, traccia 6 Comédiè à tiroirs, la bocca si socchiude per la piacevole sorpresa… Fisarmonica e chitarra acustica si intrecciano in maniera sublime per un pezzo morbido e dolce che manda a sbattere i pensieri in qualche campagna francese e quasi si riesce a sentire l’odore di Sauvignon. Nel finale del disco c’è spazio anche per un po’ di sano rock con Hey! Hey! Hey! e addirittura per un po’ di elettronica con 9 tentativi per te e soprattutto con I’ve never been che si discosta dal resto del disco anche per la scelta dell’inglese, ma soprattutto per l’approdo in quella terra di mezzo che è l’electro-rock in compagnia di gruppi come  i nostrani Motel Connection.

C’è il rock, c’è il pop d’autore, c’è l’acustico, c’è l’elettronica, tante chitarre e buoni sentimenti quindi…game-set-partita???

Non proprio. Manca forse un po’ di incisività ed è un disco che sicuramente necessita di più di qualche ascolto per essere metabolizzato, ma per un gruppo alla sua opera prima non è niente male. I pezzi più interessanti sono senza dubbio il singolo Un ricordo lontano, la sciccosa Comédiè à tiroirs e la traccia di chiusura I’ve never been per un disco che si sposa perfettamente con chi non ama la musica strillata e non è alla continua ricerca del ritornellone da cantare sotto la doccia.

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