Cradle of Filth
intervista a Paul Allender
L’intervista è stata raccolta da Valentina Generali su testi di Miranda Saccaro.
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Sta per uscire The Manticore and Other Horrors, la nuova fatica dei Cradle of Filth, veterani della scena black metal in attività dal 1991. In attesa del 30 ottobre, quando proprio alla vigilia di Halloween il disco sarà nei negozi, ce lo siamo fatto presentare da Paul Allender.
Rockshock: The Manticore and Other Horrors, uscirà in Ottobre, quali sono stati gli ispiratori di questo lavoro, quali le aspettative? Cosa amate di più di questo album?
Paul Allender: Oh senza dubbio di The Manticore and Other Horrors, amo la semplicità. Non è pretenzioso, né complicato. Ha un groove semplice e quindi questa volta tutti possono ascoltarlo. In realtà non avevamo aspettative, avevamo la speranza di riuscire a fare una cosa diversa e soprattutto fruibile da un pubblico ampio. Abbiamo inserito elementi di rock and roll, c’è ovviamente molto del metal tradizionale ma non tengo a precisare che non è un disco complesso, è diverso da quelli che abbiamo fatto finora. Inoltre devo aggiungere che siamo stati un anno senza produrre nulla, sentivamo che ci mancava qualcosa, ecco in questo senso oggi pensiamo di aver completato il cerchio e trovato la parte mancante.
Rockshock: Riguardo invece a Midnight In The Labirynth, cosa puoi dirci?
Paul Allender/Cradle of Filth: Bè Midnight In The Labirynth è un album per i fan. Era da tempo che volevamo fare una cosa simile, è un best, non voleva essere un vero album in realtà. Ci è venuto così ed è stata un’ottima idea senza un fine reale.
Rockshock: Oggi a che punto vi sentite di essere arrivati come band?
Paul Allender/Cradle of Filth: Devo dire che in 20 anni di carriera abbiamo fatto molto ma personalmente questo album è una sorta di rinascita, è come se fosse il primo. Infatti siamo molto, molto entusiasti. E’ ovvio che si sente che è un nostro lavoro perché mantiene il nostro stile, però è differente. In Inghilterra è piaciuto e anche in Belgio. Siamo curiosi di scoprire nel resto del mondo.
Rockshock. Prevedete molti concerti per quest’anno?
Paul Allender/Cradle of Filth: Oh sì, iniziamo a novembre. Saremo in giro per molto tempo, Europa, USA, South America. (Il 26 e il 27 novembre saranno a Bologna e Milano, ndr)
Rockshock: E come vi sentite a stare in tour a lungo? Vi piace?
Paul Allender/Cradle of Filth: Adoriamo stare in tour anche se è faticoso. Il contatto con i fan è sempre il massimo che si possa desiderare. I tour ti permettono di andare in contesti diversi. Io personalmente preferisco i locali piccoli. Sai… dove vedi le persone e c’è più contatto. I festival ad esempio sono belli, pieni, ma non c’è atmosfera sul palco, la folla è lontana… io preferisco decisamente situazioni più contenute.
Rockshock: Cambiamo argomento. Siamo nell’era del digitale e del download. Che opinione avete, pensi che andranno a morire i Cd?
Paul Allender/Cradle of Filth: Bè no morire no. Però certo stanno andando in disuso. La tecnologia a mio avviso è utile, aiuta le nuove band soprattutto. Il problema è che le nuove generazioni pensano che la musica sia gratis perché sono abituati ad andare su internet e avere tutto sotto mano. Perché dovrei pagare si chiedono. In ogni caso per fortuna gli amatori restano. Chi comunque vuole avere in mano il prodotto, il cd c’è quindi non penso che ci sarà proprio l’estinzione del Cd ecco.
Rockshock: E questo andamento credi incida anche nella realizzazione del Cd, nell’artwork intendo?
Paul Allender/Cradle of Filth: Bè per noi conta ancora molto. Il lavoro deve essere completo. Anzi forse a maggior ragione facciamo un lavoro ancora più accurato, non so se mi spiego. Chi compra il Cd comunque vuole un buon prodotto finito anche stilisticamente. Quindi sì, direi che è ancora importante la grafica, il pacchetto completo.
Rockshock: bene, grazie Paul ci vediamo al primo live allora.
Paul Allender/Cradle of Filth: Contaci, grazie a voi.
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