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Contessa & The Squires: recensione album omonimo

Per i Contessa & The Squires si tratta del primo EP. Un po' di buon sano rock vecchio stile, italiano ma dal sapore oltremanica.

Contessa & The Squires

S/T

(Autoproduzione)

rock

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recensione-contess-and-the-squiresPrimo EP per i Contessa & The Squires. Una miscela esplosiva di buon rock anni settanta made in UK che assume sfumature diverse ad ogni brano. Un ritorno alle origini non contaminato da sonorità esterne.

Il rock allo stato puro. Un EP eterogeneo e deciso che diverte dalla prima all’ultima nota. L’energico quartetto parte con l’accattivante Zombie’s Cream, brano sull’impronta dei Joan Jett & The Blackhearts in cui il gruppo esprime da subito tutta la sua grinta, grinta che continua con la punkeggiante e ramonesiana traccia omonima del disco. Il lavoro prosegue con l’aspro e provocatorio surf rock di Tits & Feet e di Surfin’ Burrito, pezzo strumentale in cui la voce di Contessa sparisce lasciando spazio ad un intricato ed elettrico dialogo tra chitarra, basso e batteria. Questa buona dose rockeggiante di adrenalina termina con Bubba Ho Tep, martellante closing track sull’horror punk.

Un viaggio all’interno di un certo tipo di rock vecchio stile e oltremanica. Un istrionico gruppo italiano ma dal sapore internazionale. Joan Jett, Ramones, The Horrors, Violent Femmes e Beach Boys fusi insieme per ottenere qualcosa di originale. Il passato del genere che viene messo a lustro in una graffiante chiave contemporanea.

“Il disco che vorresti ascoltare quando hai voglia di una festa rock’n’roll.” Attendiamo ora un LP con impazienza.

Vi sfidiamo a stare fermi.

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Francesca Marini
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