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Comfy Pigs: recensione di No One Cares

Meglio di questo, trattandosi di un esordio, non si poteva decisamente chiedere ai Comfy Pigs.

Comfy Pigs

No One Cares

(Trulletto Records)

alternative rock

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Prendete i Marlene Kuntz degli esordi, i seminali Sonic Youth, i primissimi Placebo e i famosi Fontaines D.C., mescolateli di prepotenza come se non ci fosse un domani, ed avrete in un attimo i Comfy Pigs, quartetto italiano che se ne esce con un esordio spettacolare come No One Cares.

Pur non facendo mai l’occhiolino a delle melodie immediate e da classifica, i quattro pugliesi si creano su misura delle canzoni potentissime, affascinanti e che avrebbero tutto per poter essere apprezzate in quei paesi dove il rock ancora tira e viene proposto nelle radio senza soluzione di continuità.

Le sonorità post-punk, tipiche dell’Inghilterra che fu, che è e che sarà si percepiscono dall’inizio alla fine e vengono fuori in brani particolarmente grigi e malinconici come Narcisus e The Awful Dog, con un cantato che ricorda tanto quello iconico di Brian Molko dei Placebo.

L’aspetto che stupisce sono le soluzioni chitarristiche, tipo quelle che sono propinate nella cavalcata Naro More Time, in Virus e in Lost Days che fanno ritornare alla mente i Marlene Kuntz di Catartica e de Il Vile.

 

Dicevamo delle canzoni: sono ottime per come risultano strutturate e hanno il pregio infinito di crescere lentamente.

Ad ogni ascolto che lo stereo propina, esse acquistano una luce diversa e, contemporaneamente, nuova, facendo capire che nulla è stato lasciato al caso.

L’album non cede minimamente neanche di un centimetro e la forza della rallentata Wrong Sides ammalia per fascino e decadenza tipicamente britannica.

Meglio di questo, trattandosi di un esordio, non si poteva decisamente chiedere ai Comfy Pigs.

Ora sarà importante capire cosa accadrà per loro: un disco del genere è da esportazione immediata e dovrebbe essere uno spasso ascoltarlo quando sarà riproposto dal vivo.

Questo dovrebbe essere il primo passo all’interno di un sentiero che sembra essere stato tracciato in maniera ineccepibile da coloro che hanno fuso al meglio l’alternative italiano degli anni novanta con quel post punk tipicamente inglese che sta esaltando la critica specializzata di ogni parte del mondo.

https://www.instagram.com/comfy_pigs/

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Francesco Brunale
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