AA. VV.
Clowns And Jugglers – A Tribute To Syd Barrett
(Cd, Octopus Records)
psichedelia, indie
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Tributo importante al primo leader dei Pink Floyd (dal 1965 al 1968). Dopo il 1968 Syd Barrett abbandonò il progetto a causa di un esaurimento nervoso provocato dalla massiccia assunzione di Lsd. Prima di ritirarsi dalle scene incise due cd : The Madcap Laughs e Barrett. Da questi due album, le migliori indie band italiane, unite ad una super band chiamata Mad Hatters Project (formata dai fondatori della Octopus Records, da Belloccio dei Low-Fi e da Libera Velo) e al progetto solista di Adam Ficek dei Babyshambles denominato Roses Kings Castles, traggono 15 brani da riproporre in versioni che abbracciano svariati generi musicali.
Prima traccia di questo tributo è Love Song, proposta in maniera fedele dall’unico interprete internazionale (Adam Ficek). Il brano però non viene arricchito di nessuna nota che ne renda più appetibile l’ascolto. Meglio l’originale.
Arriva poi uno dei brani migliori dell’album: i Super Elastic Bubble Plastic rivisitano Dominoes stravolgendola in un intrigante stile progressive-core. I Mesmerico riempiono No Good Trying di suoni acidi e la rendono ancora più psichedelica di quanto non fosse in origine.
Dalla compilation di inediti e versioni alternative Opel datata 1988, viene poi proposto il brano che da il titolo alla raccolta dai Jennifer Gentle, che lo ingentiliscono nonostante un’inquietudine di base che permane per tutta la durata della canzone.
No Man’s Land viene letteralmente peggiorata dai Low-Fi che riescono a trasformare una ballata psichedelica in un anonimo brano indie-rock. E’ poi il momento di ascoltare la splendida Dark Globe proposta dai Baby Blue in una versione alternative folk, fedele all’originale ma molto più ipnotica e sconvolta.
Giungono a questo punto gli Entrofobesse a dare energia al tributo tingendo di blues acido She Took A Long Cold Look. Gli Atari invece alle prese con Terrapin decidono di influenzarla col loro indie a base di synth che contorce il brano originale e lo rende molto simile al suono dei primi Air.
It Is Obvious, proposta da Moltheni, non regala nulla di più dell’originale, anzi ci fa venire voglia di correre ad ascoltare la versione di Barrett tratta dall’album del 1970.
I Fuh manipolano Long Gone con sonorità quasi noise alla Mogwai. Baby Le monade perde invece tutta la sua aurea psichedelica nella versione low-fi dei Vanproof. Interessante all’ascolto ma fuori contesto all’interno di questo tributo.
Molto fedele all’originale tratta dall’album The Madcap Laughs è invece Golden Hair, qua proposta da Filippo e Francesco Gatti. Il pop spensierato di Love You viene invece tramutato in reggae dai Gasparrazzo che fanno precipitare i toni di questo tributo.
Chiusura in bellezza con Octopus che ben si adatta alla voce di Libera del progetto Mad Hatters Project e con Rats che diventa più lisergica ad opera dei From Tropics With Love.
In definitiva Clowns And Jugglers è un discreto progetto tributo, interessante per scelte e proposte ma comunque troppo relegato a cultori del suono di Sid Barrett.
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