Clan of Xymox
Limbo
(Trisol)
darkwave
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È passato solo un anno dall’ultimo lavoro dei leggendari Clan of Xymox, un anno esatto da quello Spider On The Wall che mi aveva al tempo stesso sorpresa e consolata, un anno di buio totale e reclusione imposta dalla pandemia durante il quale Ronny Moorings & co. hanno concentrato le proprie energie nella scrittura di dodici nuove tracce finite nel full-lenght appena uscito su Trisol.
Parlo di Limbo, un concept album costruito su un mix davvero intrigante di darkwave, della cui scena i CoX sono pionieri e padrini, contaminata dal gothic-rock e dalla electro dark di chiara ispirazione eighties, qua dentro c’è tutto ed il contrario di tutto, dai Sisters of Mercy ai Cure, dal periodo synth romantic della 4AD al Gary Numan di Replicas (Forgotten), trasfigurato a dovere dalla classe di un combo ancora vivo e vegeto.
Se cercate una rivoluzione sonora vi consiglio di cambiare strada perché il mood non è esattamente quello ma se invece avete voglia di provare la sensazione di tornare a casa dopo un viaggio estenuante, fermatevi e soffermatevi su ogni dettaglio, ne uscirete malvolentieri.
Il disco racconta di mesi trascorsi in solitudine (o quasi) spesi a riflettere su quanto stesse succedendo fuori dalle nostre case, sulle generazioni di iper connessi costrette per la prima volta a confrontarsi con i luoghi più reconditi dell’anima navigando a vista in un mare di domande senza risposte, paura, ansia, rabbia, inquietudine, sofferenza, dolore e tutto ciò che ne deriva, nulla potrà riportarci all’era pre covid, Moorings non indica vie d’uscita né risoluzioni ai problemi ma da artista sensibile qual è descrive la realtà nuda e cruda in modo strabiliante obbligandoci alla riflessione e se possibile, ad una sorta di illuminazione interiore.
Dopo l’intro affidato alla potenziale hit, Brave New World sopraggiunge la cupezza nostalgica di Lockdown, trampolino di lancio verso il baratro di Big Brother, uno dei brani più oscuri di tutta la loro produzione, rabbuiato da un testo che non lascia speranze, la scritta che appare nei primi istanti del video suonano come un monito per chi pensa di essere libero in una società completamente sotto controllo “who controls the past controls the future, who controls the present controls the past”.
Con la splendida In Control si torna indietro nel tempo, una sorta di auto citazione, una A Day dei tempi moderni riadattata al mood attuale, mentre Limbo e No Way Out incantano con la chitarra magica di Mario Usai, le perfette trame elettroniche, il basso pulito ed il cantato torbido e magmatico di Moorings.
Si respira, uscendo per un attimo dal vortice caliginoso, con Dystopia, molle, rilassata, quasi sognante che sfocia nella plumbea How Long? che chiude i battenti con il sorriso amaro della disillusione.
Limbo ha il potere di avvolgere chi ascolta in un abbraccio materno dal quale nessuno vorrebbe mai allontanarsi, perché una madre può dire tutto, anche le cose più atroci senza mai sferrare il colpo di grazia, allo stesso modo Moorings ci prende per mano e ci accompagna sulla via della consapevolezza, scattando una foto nitida e disarmante dei nostri strani giorni.
Nello strascico di una situazione pandemica non ancora del tutto domata, le melodie dei CoX volano altissime sprigionando un’energia poderosa, se pensate che non ci si debba mai piegare ad alcun tipo di sistema non avete scampo, dovete per forza perdervi in questo Limbo di elucubrazioni mentali e viaggi di introspezione.
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