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Clan Destino: Clan Destino + Cuore-Stomaco-Cervello

In ristampa i due album in studio dei Can Destino, la band con cui emerse Ligabue: un ottimo e granito rock blues classic tutto italiano

Clan Destino

Clan Destino + Cuore-Stomaco-Cervello

(Cd, Warner/Target, 1994 e 1995)

rock

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clan-destino-cuore-stomaco-cervelloDopo aver accompagnato Ligabue nei suoi primi tre album lanciandolo verso il successo prima della pacifica rottura, i Clan Destino nel biennio 94/95 diedero alle stampe un paio di dischi con una formazione che vedeva inizialmente Gigi Cavalli Cocchi (CSI), Luciano Ghezzi (Eclipse), Luigi Marani, Gianfranco Fornaciari e il talentuoso Max Cottafavi (Graziano Romani, Renga, Battiato, Irene Grandi).

I due eventi di Campovolo del Liga nel 2005 e nel 2011 sono stati l’occasione di rivederli in azione, appoggiando di nuovo il rocker di Correggio in un paio di tour e rimettendo insieme la band con cambi di line-up come l’ingresso di Niccolò Bossini, culminando con la pubblicazione di un live Registrazioni Clandestine sotto il nome Club Destino nel 2007. Con il nuovo CD/DVD del Liga in uscita questo novembre, ecco le ristampe dei loro album in studio richiesti a gran voce dai fans.

Clan Destino

Il primo album omonimo è un grande concentrato di rock e blues dove la chitarra di Cottafavi la fa da padrone con assoli generosi grazie allo stile che ha reso immortali brani come Bar Mario, Balliamo sul Mondo e Urlando contro il Cielo. Un suono pulito, granitico e potente offre un ascolto intenso, ma quello che all’epoca colpì i fans era la voce di Gianfranco Fornaciari, che relegò inaspettatamente le sue tastiere sfoderando a sorpresa un cantato graffiante e ruvido, perfettamente adatto al genere proposto.

Questo egregio lavoro si apre con una ruggente Fratello che testimonia quanto sapevano picchaire duro, ci sono buone canzoni come Alle Lo Sa, Pagherà, Questo Giro è per Noi (con la partecipazione del guitar hero Luigi Schiavone), ma soprattutto a impreziosire il disco sono le ballads più famose: Lui Non Ci Sarà, Usa e Getta, Pelle Scura in cui il timbro vocale di Fornaciari è meritevole di complimenti. Due chicche adornano questo album, Pilic Blues con Fabio Treves all’armonica e l’acustica Per Gli Amici cantata insieme ai Timoria.

Cuore-Stomaco-Cervello

Meno fortunato è stato il secondo album, dove Fabrizio Palermo prende il posto di Ghezzi al basso, e che vede ancora la band partire col piede giusto avviando il brano Alza la Radio pieno di groove, seguito dalla trascinante Sono un Bastardo e altri pezzi veementi quali L’Uragano e La Testa che fa Bum Bum, un sound meno seventies ma tendente al funky (Cuore e Cervello). Cottafavi è il solito animale delle seicorde, tenerissimo nell’acustica Fidati di Me ballonzolando con gli slide nel finale, ma signore dell’assolo in tutti i brani del disco.

I lentoni risultano meno incisivi rispetto al primo album, provando ad esplorare territori differenti dal rock classico, ala ricerca di un’atmosfera folk (Dio della Campagna) e sonorità meno ruvide delle precedenti. Non manca il blues (C’è un Film) e la seconda parte del disco è infatti più soft, guidata dalla passione e dall’intimismo riscontrata nei testi di Gianfranco. Gruppo accantonato per diversi anni e che aveva tanta qualità per andare avanti grazie al binomio Cottafavi-Fornaciari, ma le storie dietro non le possiamo conoscere.

Per chi in quegli anni ha apprezzato i primi Negrita, Graziano Romani, i Rats questi due dischi devono assolutamente far parte della propria collection.

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Luca Paisiello
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