Chris Olley
A Streetcar Named Disaster
(Cd, Long Distance Runner)
folk, canzone d’autore, pop
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Senza infamia né lode l’album d’esordio da solista di Chris Olley, fino ad ora cantante della band inglese Six by Seven, influente dalla seconda metà degli anni 90.
Un titolo accattivante, A Streetcar Named Disaster che richiama evidentemente al celebre titolo della piece teatrale di Tennessee Williams, giocando sull’assonanza e sostituzione del termine Desire, desiderio, con Disaster, disastro.
Dodici brani piacevoli, sostanzialmente folk, cantautorali, nella palese ricerca costante dell’autore di essenzialità e intimità senza sbavature o aggiunte di “fronzoli”superflui.
Questa voluta essenzialità è confermata anche dalla sobrietà della voce, mai sopra le righe o virtuosa.
D’altronde lo stesso Olley, parlando in interviste del suo primo disco da solista, ha rimarcato la necessità e emozione di concentrare, dopo anni di militanza in una band, tutta l’attenzione su se stesso e sulla propria visione della musica suonando e cantando, eccetto rarissimi momenti, interamente i suoi dodici brani.
Sottofondo piacevole, per una domenica pomeriggio di lettura casalinga, il disco rischia a volte uno sviluppo piatto, senza picchi esplosivi interessanti, almeno fino al penultimo brano.
Keep Your Tears Away risuona diversamente e risveglia l’attenzione grazie all’effetto musicalmente dissonante prodotto da chitarra acustica basso e mellontron e ad una voce usata con tono metallico e conciso.
Si mantiene vivo l’interesse anche per il brano di chiusura Forever, coinvolgente ballata folk dai toni molto piacevoli.
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