Chicane
Giants
(Cd, Armada)
trance, balearic, ambient
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Dopo quasi quindici anni di onorevole attività, il musicista, compositore e produttore britannico Nick Bracegirdle, colui che si cela dietro il nome d’arte di Chicane, torna a deliziarci con il quarto album in studio.
Il suo primo grande successo fu il singolo Offshore , nel 1996, influenzato dalle atmosfere baleariche, ma anche caratterizzato da sonorità più chilly e ambient, ebbe innumerevoli vite e reincarnazioni negli anni seguenti e fu inserito in ogni compilation con Ibiza come tema. Tra cui la celebre Cafè Del Mar.
Altri grandi successi furono Saltwater del ’99, con la collaborazione di Marie Brennan. Don’t Give Up con un artista del calibro di Bryan Adams alla voce, che infatti raggiunse il numero uno nella Uk Charts scalzando dalla vetta American Pie di Madonna.
Più recentemente, dopo svariate collaborazioni, ricompare nel 2006 a fianco di Tom Jones con il singolo Stoned In Love. Seguono il terzo album e il The Best Of, che sembrava il coronamento della carriera e con mia gran gioia smentito dall’album che mi accingo ora a recensire.
Barefoot apre questo nuovo Giants, ed è una traccia perfetta per emozioni che restano sospese a mezz’aria, eteree e fisiche al tempo stesso (Reynolds le chiamerebbe “infraumane”), come un tramonto in riva al mare o il sorgere del sole. Synth morbidi e basslines avvolgenti conducono lentamente ad altezze non indifferenti.
Molto bello il singolo Middledistancerunner, che fruisce della collaborazione di Adam Young e ha un formato più vicino alla “forma canzone tradizionale”. Senza però perdere fascino è un onesto ritratto di house progressiva, non scontata ma ben strutturata e con un sottofondo sempre d’atmosfera.
Invece Come Back è una traccia che ben si adatta alla trasmissione via radio, con alcuni samples stile anni ’80, che riprendono Come Back And Stay di Paul Young. E non è l’unica, perché altre influenze anni ’80 si trovano fortemente in Hiding All The Stars, dove viene campionato Cars di Gary Numan.
La title track Giants è la vera perla dell’album, con patterns che sembrano gorgogliare e vibrare, sicuramente è la traccia più innovativa e sperimentale.
L’unica traccia riproposta è Poppipholla, nell’album presentata con il remix di 5 Am, una versione che si lascia apprezzare per il piacere intimo del puro ascolto.
E’ doveroso anche sottolineare come in Giants non manchi nulla, da brani per un ascolto profondo a hit da dancefloor. Ad esempio So Far From The Sea contiene suoni e colori ambient, forse la traccia che più ha in sé il dna di Offshore ed i suoi estatici abbandoni.
Curioso, invece, è come siano stati mantenute segrete la maggior parte delle voci dell’album, tra cui quella che somiglia al canto di una sirena in Where Do I Start.
Nel complesso, pur non raggiungendo le punte di eccellenza di Far From Maddening Crowds, difficili da replicare, Nick e gli altri componenti della band si mantengono a un ottimo livello. Sicuramente nel sangue di quest’album scorre la stessa carica degli inizi, lo stesso dinamismo e la stessa elettricità che ha folgorato milioni di clubber in tutti questi anni.
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