Casablanca
Il Lato Oscuro
(VREC)
rock
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Tanta era l’attesa per il terzo disco dei Casablanca. Di solito, il tre è quello che indica la perfezione e per le band e i musicisti questo numero significa, soprattutto, un crocevia fondamentale per lo sviluppo della propria carriera.
Ora è chiaro che nel caso di specie si ha a che fare con musicisti esperti come Max Zanotti e Stefano Facchi che hanno tanti anni di musica dietro le spalle, in primis con i Deasonika, ma è altrettanto innegabile che nel panorama tricolore questo album era desiderato da molti visto che il classic rock, soprattutto dalle nostre parti, sembra essere diventato una sorta di mosca bianca.
Il primo singolo proposto, Il Cane Cieco, che ha rotto gli indugi, dopo anni di astinenza forzatissima, ci ha subito mostrato una band in grandissima forma con un sound che non può non riportare indietro con la mente le cose proposte dai Soundgarden nella loro seconda parte di carriera.
Le chitarre sono sature e nere e la melodia non manca mai, come nella successiva Muore Milano che ha un testo che è una fotografia perfetta dei tempi che stiamo vivendo.
La prima sorpresa si materializza con Siamo In America che vede la presenza di Giusy Ferreri. Sembrerebbe di primo acchito una scelta folle e bizzarra vista la storia della cantante, ma in realtà Zanotti ci ha visto giusto anche questa volta. La Ferreri si cala bene nella parte anche perché la band le cuce addosso un vestito di valore che lei deve semplicemente indossare come sa fare. La sua caratteristica impronta vocale si mescola bene con quella del leader dei Casablanca e la traccia che ne viene fuori è semplicemente spettacolare.
Potrebbe bastare qui, ma in realtà siamo solo all’inizio.
La title track è pervasa da tanta malinconia che riporta con la mente a certe sonorità dei La Crus. Le melodie si fanno soffuse, le chitarre si prestano ad arpeggi grigi che si fanno da parte quando si entra in fase di ritornello. Qui il livello sale e il magma si trasforma in un blues acido e sporco che rende tutto sognante e pieno di patos.
La Via Del Male mantiene un sound malinconico all’inizio grazie ad un’introduzione affascinante per poi svilupparsi in maniera solida e minimale. Le chitarre sono ruvide il giusto e pare di riascoltare dei Talking Heads in chiave alternativa anni novanta.
Dopo la ballata minimale che porta il nome di Torna Un Atomo che ha il solo difetto di essere troppo corta, si arriva alla seconda parte del lavoro.
Noi Che Stavamo Bene è veloce e aggressiva e sembra essere il giusto collegamento con Punto Di Sutura presente sul loro precedente disco. Un’altra ospitata importante è quella di Alteria, nota VJ e artista di punta della Vrec, che collabora con la band nel pezzo più grunge del lotto che è Nella Sete.
Un momento da colonna sonora di film italiani anni 70 è decisamente Statue Di Sale che avrebbe davvero tutto per poter trovarsi ai primi posti delle classifiche italiane. In realtà la perla de Il Lato Oscuro è La Mia Cura Psichedelica che è supportata da un drumming raffinato e da chitarre semiacustiche che viaggiano spedite come treni in corsa.
L’elemento speciale del brano è, però, l’apertura in fase di ritornello. E’ come se dopo tanta pioggia ci si trovasse dinnanzi a uno squarcio di sereno che rende tutto più romantico. La chiusura del cerchio è, infine, rappresentata da Fossi Dio che si pone come un classico pezzo da fine lavoro di un disco che è decisamente sopra la media.
Non ci dilunghiamo più di tanto, né vogliamo addentrarci a capire i testi scritti da Zanotti, in quanto ognuno ha il dovere di comprare questo LP, ascoltarlo e farsi una precisa idea.
L’unica certezza è che i Casablanca ci sono e ancora una volta hanno fatto centro. Di meglio in Italia oggi non c’è.
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