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Bryan Ferry: Recensione di Retrospective: I Thought EP

Retrospective: I Thought, ovvero: un'anticipazione con cui Bryan Ferry preannuncia la molto più corposa raccolta che celebrerà mezzo secolo di carriera solista. Solo uno stuzzichino, ma in cui c'è che di saziarsi, decisamente.

Bryan Ferry

Retrospective: I Thought

(BMG)

glam, new wave, art rock

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Festeggiare i cinquant’anni di attività non capita di certo a tutti, e quando succede bisogna celebrare in modo degno. Specie se ti chiami Bryan Ferry e per una bella fetta di quegli anni, hai rappresentato la personificazione dello stile e dell’eleganza – non solo musicale, anzi – in quel modo del rock che spesso della mancanza di ‘stile’ ha spesso più che altro fatto un vanto.

Così ecco Ferry festeggiare una carriera solista che, cominciata solo pochi anni dopo l’avvio dei Roxy Music, si è dipanata quasi fino all’oggi, pur essendosi dilatata negli ultimi anni per mere questioni anagrafiche, essendo il nostro ormai giunto alle soglie degli ottanta.

Ecco quindi uscire una pachidermica raccolta in cinque cd e oltre ottanta tracce, Retrospective: Selected Recordings 1973 – 2023, anticipata da questo succulento EP.

Un ossimoro? Non proprio, dato che questa anticipazione riesce, abbastanza miracolosamente, a riassumere il Ferry – pensiero in sole sette tracce.

C’è, innanzitutto, la crepitante Star, primo nuovo singolo in un decennio, in cui Bryan Ferry si apre al ‘nuovo’, collaborando con Trent Reznor e Atticus Ross, ospitando la performer Amelia Barratt; c’è la collaborazione con lo storico sodale Brian Eno, che in I Thought, risalente a inizio anni 2000, ha prodotto uno degli episodi più recenti.

E poi, salendo, la passione inveterata per Bob Dylan, con le cover di She Belongs to Me e un’intensissima Make You Feel My Love, posta in chiusura; una versione oscura, tormentata di I Put A Spell On You.

Fino a due pezzi da 90′ come il trionfo del glam di Let’s Stick Together e Slave to Love, capolavoro di dandysmo, eleganza, stile, belle donne, passata alla storia anche per il video firmato Jean-Baptiste Mondino.

Solo un antipasto al luculliano pranzo che aspetta gli affezionati con la molto più ampia raccolta? Certo, ma che antipasto!

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Marcello Berlich
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